Bernardo Bertolucci risponde alle critiche sulla scena del burro di Ultimo tango a Parigi
Ci sono film che a distanza di oltre quarant’anni non cessano di far parlare di sé. Ci sono film che, nonostante siano stati digeriti e visti una quantità indefinita di volte, riescono sempre a disturbare la visione. Ultimo tango a Parigi (1972) di Bernardo Bertolucci è tornato agli onori della cronaca in questi giorni in quanto molte stelle del cinema si sono scagliate contro il regista italiano per la famosa scena del burro. Spieghiamo meglio.
Le polemiche sono scaturite dopo un video pubblicato online in cui il regista spiegava la realizzazione della famosa scena del burro, polemiche a cui si sono aggiunte le accuse per non aver spiegato in toto la scena all’attrice Maria Schneider e di aver agito con la complicità di Marlon Brando. Il regista premio Oscar ha rilasciato un comunicato stampa in risposta alle polemiche e in cui afferma quanto segue:
“Vorrei, per l’ultima volta, chiarire questa ridicola incomprensione che continua a generare l’attenzione della stampa. Alcuni anni fa, alla Cinematèque Francais, qualcuno mi ha chiesto i dettagli della famosa scena del burro. Ho specificato, ma forse non sono stato chiaro, che avevo deciso con Marlon Brando di non informare Maria del fatto che avremmo usato del burro. Volevamo la sua reazione spontanea a quell’uso improprio. Da questo nasce l’incomprensione. Qualcuno ha pensato, e continua a farlo, che Maria Schneider non fosse stata informata della violenza della scena. Quello è falso! Maria sapeva ogni cosa perché aveva letto la sceneggiatura, dove era descritto tutto. L’unica novità era l’idea del burro”.
E’ evidente che la scelta di non informare l’attrice della presenza del burro fosse motivata dall’esigenza di ottenere una scena che fosse un pugno nello stomaco, ma lo shock va cercato non tanto nella scena in se, quanto in ciò che Brando dice durante la scena, ovvero un’irrisione di una preghiera. In aggiunta a ciò, comunque, va detto che la Schneider ne uscì molto scossa tanto da renderle impossibile accettare altri ruoli degni di nota (fatta eccezione per Professione: reporter di Michelangelo Antonioni) e che le conseguenze psicologiche riportate dall’attrice alla fine delle riprese furono estreme e difficilmente immaginabili, indipendentemente dal fatto che l’uso del burro nella scena sopracitata fosse previsto o meno.
Chissà se una scena del genere l’avesse girata oggi Lars von Trier…
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