Nella sesta, e penultima, giornata del Bif&st sono stati annunciati i vincitori del Premio Nuovo IMAIE, per il miglior attore e attrice rivelazione, votati da una giuria di 30 spettatori, e presieduta da Gianrico Carofiglio.
I vincitori sono rispettivamente, come miglior attore rivelazione Simone Liberati per la sua interpretazione in Cuori Puri e come miglior attrice rivelazione Raffaella Giordano per l’interpretazione nel film L’Intrusa.
Dopo l’annuncio i vincitori del premio assieme al Direttore Generale del Nuovo Imaie Maila Sansaini e l’amministratore Franco Trevisi, hanno incontrato la stampa e il pubblico presso il Colonnato Palazzo ex Provincia. A prendere la parola è stata Maila Sansaini il quale ha spiegato che il Nuovo Imaie gestisce i diritti degli artisti, diversamente della SIAE che invece si occupa degli autori. Inoltre garantisce dei fondi ad artisti in difficoltà e ad attrici madri e anche ad attori padri.
Dopo la presentazione dell’istituto, la parola è passata ai vincitori. Raffaella Giordano ha voluto sottolineare che, essendo lei una danzatrice, non sa ancora se il suo obiettivo sarà quello di diventare un’attrice, con molta umiltà ha infatti dichiarato che si è sentita come protagonista di un furto nei confronti di chi già questo lavoro lo fa da anni.
Simone Liberati, che invece tra fiction e ruoli al cinema ci sguazza già da un po’, ha spiegato che bisogna trovare le condizioni migliori per fare questo mestiere e non bisogna mai accontentarsi di un ruolo. Successivamente abbiamo posto delle domande ad ognuno dei due attori premiati.
Simone, nel focus su Cuori Puri di qualche giorno fa la Bobulova ha affermato che non sentiva suo il personaggio ma grazie al regista Roberto De Paolis, ha trovato dei punti in comune con il personaggio interpretato, anche se le faceva girare la scena più volte, tu cosa ci dici a riguardo?
Giravamo tante volte la stessa scena, ma non mi sono mai sentito denigrato. Roberto cercava sempre di ottenere scene migliori e nonostante chiedesse sempre uno sforzo maggiore era sempre un piacere farlo. Per quanto riguarda il mio personaggio invece ho fatto un lavoro di ricerca, anche io provengo da una zona periferica ma non è la stessa che è presente nel film, le condizioni cambiano. Se non avessi studiato fino in fondo chi dovevo andare ad interpretare avrei fatto un lavoro più macchiavellistico. Invece, c’è stata una ricerca di cinque anni fatta dal regista che mi ha fatto capire esattamente come dovevo rendere il personaggio e successivamente da me stesso per quattro cinque mesi frequentando e vivendo quel quartiere.
Raffaella, per quanto riguarda il tuo personaggio ne L’Intrusa, c’è stata una ricerca particolare?
Nessun lavoro di ricerca, piuttosto ho cercato di portare del nutrimento al lavoro fatto dal regista. Il mio compito è stato quello di avvicinarmi a rispettare il lavoro e l’idea che aveva il regista rispetto al mio personaggio, e questo l’ho fatto anche grazie all’avvicinamento con gli altri personaggi, la cui maggior parte non erano degli attori, per questo mi sono sentita molto più vicina a loro.
Simone Liberati e Raffaella Giordano, hanno ritirato il premio durante la cerimonia serale di premiazione presso il Teatro Petruzzelli.
Di seguito alcune foto dell’evento.
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