Biografilm Noci Sonanti

Biografilm 2019: Il premio Hera è andato a Noci Sonanti

Nei giorni scorsi la giuria di Biografilm Film Festival 2019 ha scelto il nome del vincitore del Premio Hera, riconoscimento assegnato annualmente dalla sezione Biografilm Italia ai giovani talenti.

A portarsi a casa l’ambito premio è stato Noci Sonanti, il documentario diretto da Damiano Giacomelli e Lorenzo Raponi (prodotto da Eleonora Savi e Damiano Giacomelli per Officine Mattòli Produzioni). Il progetto cinematografico è stato presentato in anteprima proprio al Biografilm.

Ecco il testo integrale del comunicato ufficiale relativo all’assegnazione del premio.


BIOGRAFILM ITALIA 2019:

“NOCI SONANTI” VINCE IL PREMIO HERA “NUOVI TALENTI”

Bologna, 15 giugno. Il documentario Noci Sonanti di Damiano Giacomelli e Lorenzo Raponi (prodotto da Eleonora Savi e Damiano Giacomelli per Officine Mattòli Produzioni), presentato in anteprima al Biografilm Festival nella sezione Biografilm Italia, ha vinto il Premio Hera “Nuovi Talenti”.

La giuria, composta da Costanza Quatriglio (Presidente di Giuria, regista, sceneggiatrice e direttrice artistica del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo), Federica Illuminati (produttrice per Produzioni Illuminati e socia di Consorzio Officine Artistiche) e Luca Mastrogiovanni (sceneggiatore, membro della Writers Room per Think Cattleya), ha assegnato il premio al film con la seguente motivazione:

«Per la grazia con cui i due cineasti restituiscono la relazione tra un padre e un figlio in un mondo isolato e immaginifico».

Il film (realizzato con il contributo di Fesr Marche – Unione Europea (EU) – Repubblica Italiana – Regione Marche e Fondazione Marche Cultura – Marche Film Commission) racconta la singolare storia di Fabrizio Cardinali e suo figlio Siddhartha, che hanno deciso di vivere lontani dai confort della società contemporanea. Alla fine degli anni Ottanta infatti, Fabrizio ha fondato una tribù (quella delle Noci Sonanti, appunto) per sposare uno stile di vita a contatto con la natura e in contrasto con la frenesia del consumismo imperante. Una scelta radicale con cui, inevitabilmente, ha dovuto fare i conti anche il piccolo Siddhartha (figlio di Fabrizio).

Per tutta la durata del film, frutto di due mesi di riprese, la macchina da presa resta vicina ai personaggi, senza rinunciare a un importante rigore stilistico. Giacomelli e Raponi ci conducono in punta di piedi nella straordinaria normalità della “tribù”, lontana dallo stile di vita della società dei consumi e rispettosa dell’ambiente che la circonda. Un piccolissimo gruppo di persone, di cui Fabrizio è il caposaldo, che accoglie chiunque voglia abbracciare questa filosofia di vita che rimette al centro l’umanità e l’armonia con ciò che ci circonda, in opposizione all’insostenibilità del contemporaneo occidentale.

Al centro della storia c’è il giovane Siddhartha, ritratto in un’estate di passaggio, quando da bambino inizia ad avvicinarsi all’adolescenza. Nella sua “scuola di vita”, verso l’esame finale da privatista, il bambino attraversa e rimette in discussione elementi e convinzioni del suo vissuto. Cresciuto a stretto contatto con la natura, attraverso l’incontro con Sofia Sid si confronta con uno stile di vita lontano dal suo. Una “differenza” che non potrà ignorare quando sarà il momento di formulare le prime riflessioni sul futuro.

A riunire padre e figlio c’è un bisogno di stare insieme, di una comunità. Ora utopia, ora possibilità concreta, alla fine risuonano le parole di Fabrizio: “Una noce dentro un sacco poco rumore fa. Ma tante noci insieme suonano”.



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