Bombshell – La voce dello Scandalo, recensione del film su Prime Video
Vi proponiamo la recensione di Bombshell – La voce dello Scandalo, film distribuito attraverso Amazon Prime Video.
Il Covid-19 continua a bloccare le uscite previste in questo periodo nei cinema italiani, per questo motivo Lionsgate ha deciso di distribuire direttamente sulla piattaforma Amazon Prime Video il controverso e dirompente Bombshell – La voce dello Scandalo.
Tra i protagonisti del film diretto da Jay Roach, spazio per Charlize Theron, Nicole Kidman, Margot Robbie e John Lithgow.
Il film romanza gli eventi legati alle accuse sessuali mosse a Roger Ailes presidente ed amministratore delegato della Fox. Detentore di un potere assoluto all’interno dell’azienda ma malato e vecchio. Ama, comunque, gestire personalmente le trasmissioni di spicco; per farlo si avvale di una linea diretta con la regia e non esita a chiamare anche durante le dirette.
Ma chi è veramente Ailes? Un capo saggio e benevolo con i propri dipendenti e collaboratori, oppure un mostro che per anni non ha esitato ad abusare delle diverse conduttrici che sono passate sotto la sua ala protettiva?
Commento. L’idea di realizzare questo film parte da lontano. Ailes è morto nel 2017, subito dopo gli eventi narrati ed il clamore mediatico generato. Lo stesso anno la Annapurna Pictures annuncia che vuole realizzare un docufilm incentrato sulla causa per molestie di Ailes. Nonostante le buone intenzioni e la voglia di portare il progetto a compimento è solo con l’avvento di Lionsgate che Bombshell vede la luce.
Un cast stellare. Una lunghissima lista di nomi ad arricchire questo film denuncia dalle fortune alterne. Non sono bastate, infatti, le candidature all’Oscar 2020 di Charlize Theron e Margot Robbie a placare parte delle polemiche che si sono susseguite in questi mesi. Molte testate di rilievo hanno considerato il film come poco approfondito.
Bombshell, ha dalla sua un soggetto molto interessante, ma qualcosa nella sceneggiatura non convince appieno lasciando scivolare via alcuni fatti interessanti, e soffermandosi più su altri che, nonostante funzionino bene da un punto di vista meramente visivo e di facciata, non riescono ad arricchire l’anima della pellicola.
Intendiamoci, il lavoro fatto dallo sceneggiatore Charles Randolph (The Interpreter, Amore & altri rimedi) e dal regista Jay Roach (Austin Powers, Ti presento i miei) è interessante e di pregio, e la storia, per quanto nota, è comunque avvincente. Questo anche grazie all’aggiunta di alcuni personaggi meramente utili ai fini narrativi che permettono a questo docufilm di emergere dal puro voyerismo dei tv movie.
Quello che forse manca è un pizzico di analisi in più legata allo stato d’animo delle dipendenti della Fox. Alcune di loro, nonostante siano interpretate da ottime attrici, risultano piatte e poco incisive. D’altronde gestire un numero così alto di attori per raccontare in meno di due ore un così alto numero di informazioni e situazioni è complicato.
Ottima la performance degli attori, oltre ai già citati Charlize Theron, Nicole Kidman, Margot Robbie e John Lithgow, ci sono da segnalare tanti altri nomi: Allison Janney (Mom, Tonya) e Kate McKinnon (Ghostbusters) ad esempio, ma anche l’eterno e sempre bravo Malcolm McDowell che in poche battute offre un’interpretazione interessante del magnate Rupert Murdoch. Ultima ma non da meno, Liv Hewson, la Abby Hammond di Santa Clarita Diet che qui interpreta Lily, l’agguerrita assistente di Megyn Kelly (Charlize Theron).
In definitiva Bombshell è un’importante pietra miliare cinematografica sullo stile di vita americano, e di come sia diventato più importante cercare di vendere per fare profitto o per ingraziarsi un candidato Presidente. Vendere qualsiasi cosa, anche la verità, il proprio corpo o la propria moralità pur di fare carriera e sfondare nel network più importante.
Bombshell è la difficile strada che alcune conduttrici dovranno decidere di intraprendere per contrastare lo sfruttamento che dilaga in modo sempre più persistente nella vita di ognuna di loro ogni giorno, e di come si arrivi ad un punto per cui è improponibile scendere a patti con se stessi pur di continuare ad alimentare quel circo che è l’informazione di Fox News.
Oltre alla splendida fotografia ci piace segnalare anche il make-up che è valso la vittoria agli ultimi Oscar per Vivian Baker, Anne Morgan e Kazuhiro Tsuji, in particolare si può riconoscere parte di questo lavoro nella trasformazione di John Lithgow in Roger Ailes. L’attore risulta infatti irriconoscibile pur riuscendo ad avere una perfetta mimica facciale nonostante il pesante trucco.
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