Bonding è la nuova serie tv distribuita dalla piattaforma Netflix, particolare per le sfumature oscure e scandalose ma pervasa da un forte umorismo. Questa è la recensione.
I protagonisti di Bonding, divertente e intensa mini serie, sono Tiffany, soprannominata “Tiff”, una giovane studentessa di psicologia, e Peter, suo amico di lunga data e aspirante comico; due giovani ragazzi con una vita apparentemente normale. Ma di notte la loro quotidianità si trasforma in qualcosa di particolarmente stravagante.
Il Commento
Rightor Doyle è il regista e creatore di questa mini serie che sta appassionando il pubblico fedele all’universo Netflix, che ancora una volta ci stupisce per le sue scelte televisive che non conoscono confini geografici né di genere.
Il tema della serie è ai limiti dello scandaloso, ma tra gag, situazioni imbarazzanti, retroscena inaspettati e la simpatia dei due personaggi riesce a lasciare con il fiato sospeso e con un gran sorriso. Mistress May e Master Carter (i due nomi d’arte scelti per il loro mondo sadomaso) con le loro vicende e le loro azioni fanno emergere temi sociali molto attuali, affidando al prodotto anche il compito di “denuncia”, velata da una grande ironia e ilarità. Una nota negativa è legata al fatto che le sette puntate sono di durata breve, tra i 14 ed i 15 minuti, ed ogni episodio lascia smaniosi e desiderosi di sapere cosa accadrà dopo.
I giovani attori presenti sul set sono Zoe Levin e Brendan Scannell, ed entrambi convincono per l’ottima rappresentazione delle due tipologie di personaggi messi in campo: Tiffany è una comune studentessa di psicologia che di notte lavora come Dominatrice vestita con tute di pelle e fruste alla mano, mentre Peter è un giovane gay con una forte personalità ma che non riesce ancora a esprimere a causa di un forte blocco dovuto al suo sentirsi inadeguato nella realtà in cui vive.
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