Brain on Fire, la recensione del film con Chloe Moretz
Brain on Fire è un film biografico, tratto dalle memorie di Susannah Cahalan, e interpretato da Chloe Grace Morez. Questa è la nostra recensione.
PREMESSA
Il film racconta la vicenda di Susannah Cahalan, una giovane giornalista che un giorno scopre di essere affetta da una rarissima malattia. Dai primi sintomi fino alla completa follia, la storia ripercorre i lunghi mesi di calvario che la ragazza deve affrontare prima di riuscire a ritrovare se stessa.
RECENSIONE
Tratto dal libro di memeorie di Susannah Cahalan, la pellicola ripercorre mese dopo mese il calvario fisico e mentale vissuto dalla giovane giornalista, tra prognosi errate e lunghe degenze.
Il regista Gerard Barret realizza un thriller-drama cionvolgente, ben impostato, e coerente con la storia raccontata tra le righe del libro Brain on fire: My Month of Madness (2012). La narrazione della vicenda è affidata quasi totalmente all’ottima interpretazione di Chloe Grace Morez, attrice giovanissima (nata nel 1997), ma con un curriculum già di tutto rispetto. Con incredibile naturalezza, la giovane attrice americana mette in scena il personaggio di Susannah, dimostrando dinamismo, determinazione e ambizione. La sua interpretazione ci cattura, tanto che la sofferenza della protagonista diventa anche la nostra.
Ma il suo dolore è vissuto anche dalle persone che gravitano attorno al suo mondo: la collega e amica Margo (Jenny Sarah Slate), ironica e affettuosa nei confronti della più giovane Susannah; la mamma Rhona (Carry-Anne Moss) e il papà Tom (Richard Armitage) separati nella vita, ma uniti nel supportare e nel prendere le decisioni più importanti per aiutare la propria figlia nel suo percorso di guarigione.
L’unico punto debole della pellicola è forse la leggerezza con cui il regista dà vita all’intero racconto. Spesso ci si trova dinanzi alla trasposizione di un semplice episodio di vita, raccontato con troppa semplicità e talvolta superficialità. Questa testimonianza, triste e purtroppo vera, ci insegna molto, e tuttavia questa lezione non riesce purtroppo ad emergere.
Nel complesso il film merita un giudizio più che positivo, sia per la scelta del cast, all’altezza del compito e ben preparato, sia per la linearità del racconto, che non annoia ma che ci accompagna tra ricordi di una storia vera.
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