Carnival Row: Recensione della serie fantasy di Amazon
Abbiamo visto la prima stagione di Carnival Row, serie tv fantasy/sci-fi targata Amazon Prime Video. Questa la recensione della prima stagione.
Carnival Row, da poco pubblicata anche in lingua italiana, è uno dei prodotti di punta del colosso Amazon Prime Video. Protagonisti di questa nuova serie con accenti celtici sono Orlando Bloom e Cara Delevigne.
In un mondo diviso fra gli esseri umani ed i fatati, si snodano le vicende di Philo (Orlando Bloom) e Vignette (Cara Delevigne). Lui è un ispettore della gendarmeria di Burgue, ex militare ed ex compagno della fata Vignette. Alla fine della guerra viene dato per morto e Vignette lo piangerà per anni, fino a rincontrarlo nella città stato degli umani. Gli eventi che si scateneranno, già prima dell’incontro-scontro tra i due protagonisti, saranno sempre più drammatici e cruenti, fino ad un epilogo ben costruito e godibile.
COMMENTO
Carnival Row nasce da una sceneggiatura originale scritta da Travis Beacham, rimasta nel cassetto per più di un decennio. Acquisita successivamente da Amazon Studios, è stata trasformata in una serie di 8 episodi con l’aiuto dell’esperto René Echevarria (Star Trek TNG, DS9). Le atmosfere che la caratterizzano sono perfette, così come il maquillage dei personaggi presenti nella serie. Le caratteristiche stesse, e gli stati d’animo che ognuno esprime, sono evidenziati anche dai colori dell’abbigliamento che indossano. Non possiamo scendere molto nel dettaglio per non rischiare spoiler.
La qualità estetica dei costumi è di prim’ordine, così come il trucco a cui sono sottoposti gli attori che interpretano i fauni e le altre creature fantastiche che riempiono il mondo di Carnival Row. Bellissimi gli esterni girati a Praga, le riprese sono andate avanti per più di sei mesi, ed alcune sono state girate con temperature ben al di sotto dello zero, fornendo a tutta la vicenda un tono realistico di primo livello.
Il cast si presenta nel suo insieme molto ricco di qualità. A tal proposito è da sottolineare la tendenza di Amazon di puntare per le proprie produzioni, sempre, a nomi di spicco. Orlando Bloom in questo caso, svestiti i panni dell’elfo Legolas, lo ritroviamo a suo agio in quelli dell’ispettore Rycroft Philostrate. È naturale la sua interazione con creature fatate e la sua recitazione è senza sbavature. Purtroppo, come tutto il resto del cast, è costretto in un dramma che non ha mai un momento di ironia. Questo forse è il difetto che si riconosce a quest’opera steam-punk diretta con diligenza da un quartetto di registi (Thor Freudenthal, Anna Foerster, Andy Goddard e Jon Amiel) avvezzi al genere.
Esteticamente perfetta. Fata con taglio di capelli pixie che sembra fatto apposta per lei, uno sguardo imbronciato che ne mette in risalto gli occhi, Cara Delevigne è la trasposizione cinematografica perfetta dell’immagine scolpita nelle nostre menti delle suddite di Titania, ma la recitazione non è il suo cavallo di battaglia, da quel punto di vista è l’elemento debole dell’intero cast.
Bene invece gli altri. Sugli scudi Karla Crome nel ruolo di Tourmaline, Jared Harris ed Indira Varma. A tal proposito, Harris è perfetto nei panni del Cancelliere Breakspear, gli basta uno sguardo per riempire una scena o esprimere uno stato d’animo, la Varma interpreta la moglie di Breakspear e ne regge perfettamente il confronto sul piano artistico, dando (se ne occorreva) un’altra dimostrazione della propria bravura.
Nel chiudere questa carrellata di artisti vogliamo ricordare Tamzin Merchant (la Anne Hale di Salem) e David Gyasi. Esponente “lei” dell’alta borghesia di Burgue che si trova costretta a condividere l’agiato quartiere con l’arricchito Fauno Agreus Astrayon (Gyasi). Le loro vicende arricchiscono la trama andando ad analizzare con attenzione le implicazioni che l’ingresso di un “diverso” ha in una società xenofoba e dominante.
Una seconda stagione di Carnival Row è già stata confermata, con riprese già destinate alla cittadina di Dubrovnik, Croazia. A nostro avviso, i nuovi episodi necessitano di un maggior alleggerimento nella narrazione, con l’aggiunta magari di una velata componente divertente.
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