Cena con Delitto – Knives Out: Recensione del film di Rian Johnson
Questa mattina abbiamo assistito all’anteprima del nuovo film di Rian Johnson, il giallo Cena con Delitto – Knives Out. Questa la nostra recensione.
Qualche giorno dopo il suicidio dell’85enne scrittore di successo Harlan Thrombey (Christopher Plummer), viene invitato ad indagare sul caso il famoso detective Benoit Blanc (Daniel Craig). Tutti i membri della famiglia sono sospettati, compresa l’infermiera personale di Thrombey, la fidata Marta Cabrera (Ana De Armas). Chi fra gli stravaganti ed eterogenei personaggi sarà sospettato del possibile delitto dell’anziano scrittore?
Commento
Cena con Delitto è la perfetta sintesi dello stile humour anglosassone. Mai banale, garbato, con delle atmosfere che, nonostante l’ambientazione bostoniana, evocano la brughiera e trasportano lo spettatore in un romanzo giallo d’altri tempi. Meccanismo perfetto, ricco di colpi di scena a ripetizione, il film non annoia mai, anzi invita ad essere vissuto, divertendosi, per l’intera durata della pellicola.
Omaggio celebrativo, e non intrinsecamente devozionale al genio di Agatha Christie, Johnson riesce a costruire una narrazione descrittiva propria della grande giallista: tale caratteristica è apprezzabile già nelle scene iniziali, in cui con delle inquadrature mirate, riesce a fare una descrizione minuziosa del maniero dei Thrombey.
Rian Johnson realizza uno spaccato della società moderna – con i propri vizi e le proprie paure – trasportandolo in una novella al di fuori del tempo. Ogni personaggio è ben costruito e pieno di spessore. Ogni ruolo descrive specifici problemi legati alla vita contemporanea, alle divisioni sociali, politiche o razziali. In questa fiera del grottesco, Johnson riesce a fare sia denuncia sociale, sia a divertire lo spettatore.
Gli intrecci creati, sono credibili e nonostante la loro complessità non hanno mai momenti di vuoto, rischiando di incepparsi su loro stessi. Tutto funziona, come fosse il meccanismo di un orologio. I dialoghi di primo livello, di chiara ispirazione teatrale, vengono valorizzati da un cast ricco ed esperto.
Gli attori che compongono il cast sono tra le altre ricchezze di Knives Out, è d’obbligo elencarli tutti tenendo presente che, ognuno di loro, contribuisce al successo di questo commedia in abito noir.
Christopher Plummer è la vittima, Harlan Thrombey. Vincitore sia dell’Oscar, sia del Grammy, Plummer è l’attore perfetto per interpretare la figura del patriarca. È uno colosso del cinema mondiale. Caratterizza con stile ed energia, non facilmente attribuibile ad un 89enne, il vecchio Harlam.
Accanto a lui troviamo un novello Poirot con l’aplomb della spia creata dalla penna di Ian Fleming. Il Benoit Blanc che ci regala Daniel Carig ha molto sia dell’investigatore belga, sia di 007 ma strizza l’occhio anche alla perseveranza del tenente Colombo. Nel suo abito di tweed riesce ad infastidire ognuno dei parenti della vittima.
Splendida nel suo otufit volutamente esagerato, Jamie Lee Curtis è la figlia maggiore. La Curtis è perfetta nel ruolo, con poche battute riesce a generare momenti divertenti ma riesce anche a mostrare il lato fragile di questa donna forte ed autoritaria. I battibecchi matrimoniali con il marito Richard sono godibili.
Richard, è interpretato da Don Johnson. L’attore di Miami Vice e Watchmen rende credibile un personaggio che a prima vista poteva non essere nelle sue corde, ma il ricco mantenuto è riuscito bene.
Abbiamo ancora negli occhi il paladino integerrimo e con un senso del dovere talmente esasperato da portarlo a rinunciare alla propria vita per un bene comune superiore ma Captain America appartiene a tutt’altro ambiente. Qui Chris Evans è più l’esasperazione del suo Johnny Storm, inaffidabile, sconclusionato e autodistruttivo è la pecora nera della famiglia. Bravo.
Marta Cabrera, ha lo sguardo malinconico di Ana de Armas. L’attrice di origine cubana è la vera sorpresa di questo film. Ha già lavorato con Craig in Bond 25 ed ha interpretato anche il ruolo dell’androide Joi in Blade Runner 2049, ma qui è al suo primo ruolo più importante. La fiducia che il regista ha riposto in lei è stata ben pagata. La sua Marta è un personaggio che si fa apprezzare sin dalle prime battute.
Menzione speciale per K Callan che interpreta l’ultracentenaria madre di Plummer, enigmatica e intrigante, è uno dei personaggi più divertenti e dolci.
Le scenografie della casa, che rimanda con i suoi interni ai singoli romanzi scritti da Thrombey, sono state curate dall’esperto David Crank. Il risultato è sorprendente. Le musiche sono suggestive e danno ancor maggior ritmo agli eventi.
Peccato per la traduzione del titolo in italiano, Fuori i Coltelli – traduzione letterale – sarebbe stato perfetto, ma si è voluto ripiegare su un titolo evocativo di grandi classici già noti nel nostro paese.
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