Code 8 Parte II: recensione del film su Netflix
Abbiamo visto Code 8 Parte II l’atteso sequel del fortunato film sci-fi indipendente, con protagonisti assoluti i cugini Stephen e Robbie Amell nei loro originali ruoli. Questa la nostra recensione.
Il film, già disponibile su Netflix, è stato diretto come il primo da Jeff Chan, su una sceneggiatura scritta dallo stesso regista insieme a Chris Paré, Sherren Lee e Jesse LaVercombe. Producono per la XYZ Films Jeff Chan, Robbie Amell, Stephen Amell e Chris Paré. Nel cast, oltre ai cugini Amell, trovano spazio Sirena Gulamgaus, Altair Vincent, Alex Mallari Jr, Moe Jeudy-Lamour, Aaron Abrams e Jean Yoon.
La trama di questo nuovo capitolo di Code 8, vede Connor (Robbie Amell) che, uscito di prigione, lavora come custode in un centro comunitario, dopo aver tagliato i legami con il suo ex socio criminale Garrett (Stephen Amell). Il tentativo di Connor di restare fuori dai guai viene vanificato quando è costretto ad aiutare la quattordicenne Pav (Sirena Gulamgaus) a fuggire da un gruppo di ufficiali corrotti guidati dal sergente King (Alex Mallari Jr.). King usa i K9 robotici appena lanciati per rintracciare Pav, mentre Connor si ritrova ancora una volta a chiedere aiuto a Garrett e al suo equipaggio, ma può fidarsi dell’uomo che lo ha portato in prigione?
Code 8 Parte II – il commento.
Tutto ha avuto inizio con un corto intitolato Code 8 firmato dai cugini Stephen e Robbie Amell, trasformato successivamente attraverso una lunga campagna di crowdfunding nell’omonimo lungometraggio. La pellicola originale chiaramente risente di un budget non elevato, ma risulta comunque essere un buon prodotto indie, confezionato con cura e gusto, e capace di regalare una solida e onesta storia di fantascienza (qui la recensione).
La seconda parte di questo franchise è sicuramente più ambiziosa ed è ambientata circa 5 anni dopo gli eventi visti nella pellicola originale, mostrando ciò che è successo ai personaggi principali, concentrandosi maggiormente su Connor dopo che ha trascorso diversi anni in prigione.
Il tessuto narrativo è certamente molto semplice: “un uomo al fine di salvare una ragazza è disposto a tutto”, ma il ritmo del racconto è costantemente alto e sicuramente efficace… in poche parole “funziona!”. In effetti Connor presto incontrerà e legherà il suo destino alla giovanissima Pav, interpretata da una sorpendente Sirena Gulamgaus. La regia sapientemente entra subito nel centro dei personaggi, non usando inutili orpelli o con una classica introduzione per la loro caratterizzazione, mostrandoli invece attraverso la progressione del dialogo e dell’azione. I personaggi vengono quindi caratterizzati con forza, drammaticità e in maniera profonda.
Visivamente Code 8 Parte II è sorprendente. Le scene action sono realizzate con cura, come con cura impressionante sono realizzati i cani robot e i cyborg poliziotti. La tecnica del rallenty viene usata con attenzione e le diverse gamme dei poteri “mutanti” riescono efficacemente a catturare l’immaginazione del pubblico.
In conclusione:
Code 8 Parte II continua la cruda storia fatta di corruzione e paura per il diverso, affrontando in chiave fantascientifica e metaforicamente questioni sociali reali, evidenziando così i problemi della discriminazione e della corruzione della polizia. Questi temi vengono con maggior forza approfonditi rispetto al primo capitolo, fornendo maggiore profondità alle sue spettacolari sequenze d’azione.
Code 8 Parte II
Regista: Jeff Chan
Data di creazione: 2024-03-13 16:51
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