Pur avendola già affrontata qualche settimana fa, dall’omicidio di George Floyd e le conseguenti sommosse negli Stati Uniti è quantomai doveroso tornare sulla questione politically correct e di come tutto ciò sta uccidendo il cinema e ogni espressione artistica.
Sia chiaro, non si vuole qui parlare di politica o di sociologia, ma da un po’ di tempo a questa parte si sta assistendo a una preoccupante e vertiginosa escalation di tutto ciò che viene classificato come “politicamente corretto”.
Ha fatto dunque scalpore (e non poteva essere altrimenti) la notizia della rimozione dal catalogo di HBO Max di Via col Vento in quanto rappresentante stereotipi razziali. L’emittente è poi tornata sui suoi passi reinserendo il capolavoro di Victor Fleming nel catalogo, ma ciò è stato solo l’inizio.
Molti film e serie tv stanno subendo una rielaborazione in termini di miglioramento nei confronti degli attori di colore; ne è un esempio la notizia di oggi secondo la quale i personaggi di colore dei Simpson non saranno più doppiati da attori bianchi.
Ma allora cosa ne resta della visione artistica? Un’opera d’arte è figlia di una visione del mondo da parte dell’artista, ma anche (volutamente o meno) dei tempi in cui essa è stata concepita. Fa ancora discutere, infatti, Nascita di una nazione di D.W. Griffith per come ha rappresentato la comunità di colore, ma se pensiamo che il film è stato tratto da due romanzi moralmente ed eticamente discutibili scritti da un pastore battista, tutto ciò non può che passare in secondo piano rispetto alla portata innovativa che il film ha avuto sulla storia del cinema avendone codificato norme e strutture usate tutt’oggi.
Tutta questa corsa ai ripari da parte delle major hollywoodiane per cercare di arginare il problema (ammesso che sia la mossa più giusta) potrebbe far cadere il politically correct nel suo contrario: un estremismo all’opposto, una volontà di rappresentazione che non può ma soprattutto non deve proporre nessun tipo di ambiguità per non offendere nessuno.
Dov’è dunque finita la voglia di rischiare? Quella capacità propria del cinema e dell’arte di catturare la curiosità dello spettatore perché ambigua e capace di molteplici interpretazioni?
Il mondo cambia, com’è giusto che sia, e il cinema deve cambiare con esso, ma non dimentichiamoci che l’arte vive e questo politically correct imperante rischia seriamente di ucciderla.
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Secondo me assolutamente si. Sto per disdire un abbonamento Netflix per questo. Motivo? noia.
Una storia deve essere come è stata pensata dall’autore, la sua unicità è proprio quello che la rende interessante. L’inclusione va bene se accetti autori con idee diverse. Magari anche autori che vogliono toccare temi sociali impegnati, storie di categorie di persone o altro… Questo assolutamente si..
Ma l’inclusione forzata di categorie che con la trama non hanno a che fare, anche in riedizioni di vecchie storie, le rende un calderone che alla fine non sa di nulla.
Come se tu viaggiassi e in ogni città trovassi lo stesso scenario, la stessa politica, le stesse idee, lo stesso Mcdonald. Io alla 3a città “uguale” non viaggerei più. Tanto vale rimanere a casa. P.s: il mio esempio è figurativo.
L’eccesso di politically correct ha proprio questo effetto. Rischia di rendere le serie tv come se fossero tutte uguali.. involucri diversi.. generi apparentemente diversi.. ma poi il succo rimane sempre quello, ribadito migliaia di volte. Sempre gli stessi messaggi. Fra l’altro secondo me l’utilità è molto bassa, nel senso che non fa cambiare idea alla gente. Ricordate cosa succedeva quando la chiesa indottrinava su molti canali e cercava di convincere i giovani a non ascoltare il rock? Quelli correvano di corsa a comprare i dischi.
Questo p.correct forzato mi sembra che in realtà faccia lo stesso effetto. Anche perchè chi guarda un film vuole vedere “quella” storia che ha scelto. Se al posto della trama originale, ci trova “altro”, si può anche sentire preso in giro. Ovvero mi sembra che si ottenga l’opposto di quello che si dice di voler ottenere. P.s: è solo il mio parere.
Condivido in tutto e per tutto quello che hai scritto. In merito ai nuovi criteri decisi dall’Academy per quanto riguarda la candidabilità dei film, nel weekend scriverò un articolo di approfondimento. Per dire che, alla fine, questo politically correct sta uccidendo il cinema.
In ogni film che parli di alieni zombies azione polizia ecc c’è il tema LGTB ma vi pare normale?
Con le chiacchiere sì, ormai ci fanno digerire di tutto…ma fino a 20 anni fa sarebbe apparso tutto per come è: una schifosa manipolazione dall’alto.
in ritardo ma concordo fin dal primo momento 😉 😀