Commento a Greener Grass, il film di Jocelyn DeBoer e Dawn Luebbe
Per la rubrica La Bottega del Cineasta quest’oggi vi parliamo di Greener Grass, film presentato al 37° Torino Film Festival, diretto dalla coppia formata da Jocelyn DeBoer e Dawn Luebbe.
C’è uno scorcio tra l’assurdo, il geniale e il critico: è dove si colloca “Greener Grass“, l’opera prima delle autrici (oltre che interpreti) Jocelyn DeBoer e Dawn Luebbe.
“Assurdo” è l’aggettivo più immediato che il film suscita nello spettatore, il quale si trova di fronte all’ambientazione tipica di un sobborgo statunitense, le cui dinamiche sono però portate all’estremo, fino al parodico. “Geniale” è la definizione che segue e marcia di pari passo con la precedente: la pellicola risulta irriverente e profondamente composta, pur nella sua assurdità. “Critico” è da intendersi nel senso più lampante del termine: si tratta di una critica senza mezzi termini allo stile di vita, ai valori e all’ipocrisia del mondo occidentale odierno.
E’ tuttavia di un’opera critica anche in relazione alla storia del cinema. Saltano infatti facilmente all’occhio citazioni che spaziano da Lynch a Tarantino, passando per Anderson. Non la solita commedia divertente, insomma, quanto un lavoro molto audace che, tramite la risata, veicola un’amara sensazione di angoscia, sempre più palpabile con lo scorrere delle immagini.
Unica pecca: l’insistenza delle autrici su un’ironia che a tratti può risultare pesante per un certo tipo di pubblico.
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