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[Cult Classics] La Recensione di American History X (Film 1998)

American History X. Una storia americana X. Una storia come un’altra, nulla di eccezionale, un semplice racconto di ordinaria follia. Questa è una nuova recensione relativa alla rubrica Cult Classics.

Derek Vinyard (Edward Norton) è un acceso neonazista degli anni ’90, una bomba a orologeria che ci ricorda per rabbia e irrequietezza Vinz, personaggio interpretato da Vincent Cassel ne ‘L’odio’. Devoto verso il potere bianco e con una svastica fieramente tatuata sul suo petto palestrato, Derek non si fa certo problemi ad uccidere due ragazzi di colore che stavano tentando di rubargli l’auto. Per questa colpa, viene incarcerato per tre anni, lasciando soli la madre, le due sorelle e suo fratello minore Danny (Edward Furlong), il quale vede suo fratello come un Dio, un ineccepibile antieroe da cui trarre ispirazione. Quando viene scarcerato, Derek è dunque costantemente intimorito che Danny possa cacciarsi nei guai seguendo le sue insanguinate vestigia. Le esperienze e gli incontri avuti durante gli anni di prigionia, infatti, gli hanno donato la consapevolezza di aver sbagliato.

Colpisce profondamente il parallelismo col capolavoro di Brian De Palma dal titolo Carlito’s Way, seppure sia doveroso sottolineare una sostanziale differenza: se Carlito (Al Pacino) prova per sé stesso a sfuggire al cappio mortale creatosi durante gli anni precedenti all’incarcerazione, in American History X il protagonista Derek deve difendere e condurre sulla retta via anche suo fratello Danny. Il destino per Carlito è stato inesorabile, lo sarà anche per Derek?

American History X è un film del 1998 diretto da Tony Kaye. Il tema principale è il razzismo, con il rischio di scivolare nel banale dietro l’angolo; d’altronde basta farsi un giro su internet per capire come “didascalico” sia uno degli aggettivi più utilizzati per criticare negativamente questa pellicola. È proprio da questa critica mossa nei suoi confronti che voglio ripartire, in quanto, sebbene a tratti il film si dimostri zelantemente istruttivo, lo fa senza essere quasi mai scontato o melenso.

In un territorio abitato da innumerevoli popoli, i colori della pelle appaiono come divise sportive per cui giocare partite al veleno contro chiunque non indossi la stessa casacca. Un match continuo carico di odio verso il prossimo e senza alcuna esclusione di colpi per cui sono convocate tutte le comunità presenti, da quella nera a quella neonazista, da quella asiatica a quella ebrea, passando per l’ispanica.

Un clima di estrema tensione sociale in cui tutti sembrano avere valide ragioni per odiare il diverso, rendendo perciò difficile capire che si sta combattendo per una causa fasulla.

Bianchi, neri o gialli, i razzisti saranno sempre una razza a parte: quella degli stronzi.

Qui di seguito il trailer ufficiale.

 

Questa invece una delle scene cult del film.


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