Da 5 Bloods: recensione del film diretto da Spike Lee
Diretto dal regista di culto Spike Lee, noto al grande pubblico per le tematiche delicate affrontate nelle sue pellicole, Da 5 Bloods – Come fratelli è stato distribuito tramite la piattaforma Netflix a partire dal 12 giugno 2020. Questa è la recensione.
Il film trae origine da uno spec script, ossia da una sceneggiatura scritta senza committenza, di Paul De Meo e Danny Bilson che avrebbe dovuto vedere dietro la macchina da presa Oliver Stone, alla cui sostituzione ha fatto seguito una riscrittura da parte dello stesso Lee e di Kevin Willmott incentrata maggiormente sulla questione afro-americana.
La narrazione di Da 5 Bloods si sviluppa lungo due filoni temporali: il primo vede un gruppo di cinque soldati cercare di recuperare il contenuto di una cassa di un aereo della CIA precipitato nella foresta durante la guerra del Vietnam. Il secondo, ambientato nel presente, con gli stessi soldati, che avevano poi recuperato e sotterrato il tesoro contenuto nella cassa, i quali decidono di ritornare in Vietnam per ritrovare l’oro e i resti del del caposquadra, ucciso a seguito di un conflitto.
Il film, della durata di ben 155 minuti circa, è stato accolto positivamente dalla critica e ha ottenuto diverse nomination ai più importanti premi cinematografici statunitensi tra cui possiamo citare quelle ai Critics’ Choice Awards e al prestigioso Screen Actors Guild Award, nonché la candidatura nella categoria “Miglior colonna sonora” ai prossimi Premi Oscar.
Al netto di determinati passaggi un po’ didascalici, e di sequenze che enfatizzano la retorica di determinate riflessioni su temi sociali, Da 5 Bloods, nonostante la consistente durata, non risente della doppia scelta stilistica (il rapporto d’aspetto 4:3 usato nei reportage d’epoca oltre all’usuale 16:9) e alcune intuizioni (non far ringiovanire i quattro superstiti nel corso dei flashback) risultano, se non necessariamente riuscite, quantomeno interessanti.
In un’epoca in cui la tematica razziale riempie le prime pagine dei giornali americani (soprattutto in riferimento all’omicidio di George Floyd e alla conseguente nascita del movimento Black Lives Matters) il Da 5 Bloods di Spike Lee si presenta come un lavoro ambizioso che vuole riflettere e far riflettere sulle contraddizioni dell’America di Trump e che, in un certo senso, si prende gioco dei classici film sulla guerra del Vietnam incentrati più sull’azione che sul dramma, come ad esempio “Rambo” o altre pellicole interpretate da divi del cinema rocambolesco.
Il regista affida l’onere del peso della riflessione sull’America trumpiana al personaggio di Paul, interpretato dal bravo Delroy Lindo, mentre non può passare inosservata l’interpretazione del recentemente compianto Chadwick Boseman, famoso per aver indossato i panni di Black Panther nel Marvel Cinematic Universe e favorito agli Academy Awards per la sua interpretazione nel film “Ma Raney’s Black Bottom”, in cui è co-protagonista accanto a Viola Davis.
Nel complesso possiamo dire di trovarci di fronte ad una pellicola ad alto budget in cui possiamo scoprire tutti i temi cardine del cinema di Spike Lee e che, seppur attraverso alcune goffagini, risulta non solo scorrevole, ma anche intelligente e stilisticamente accattivante. Indubbiamente Da 5 Bloods è da vedere.
Da 5 Bloods
Regista: Spike Lee
Data di creazione: 2021-03-17 17:28
3.5
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