Con No Time to Die (qui la recensione), si conclude dopo cinque film l’avventura di Daniel Craig nei panni di 007 – alias James Bond – l’agente segreto più famoso e longevo della storia del cinema. Ma com’è cambiato James Bond con l’avvento di Craig? Qual è stata la sua portata?
Nel 2006, quando l’inglese Daniel Craig venne scelto come nuovo 007 dopo Pierce Brosnan si levò un coro pressoché unanime di indignazione in quanto considerato non adatto al ruolo. Eppure, dopo Casino Royale, ci si dovette ricredere: Craig portò il personaggio creato da Ian Fleming su un altro livello, più umano e meno perfetto e per questo maggiormente identificabile.
Certo, c’è chi crede che James Bond sia solo ed esclusivamente Sean Connery ma questo significa essere fuori dal tempo e dal mondo: siamo ormai lontani dal 1962 (anno di Licenza di uccidere) quando Bond era l’incarnazione dell’eroe inscalfibile e imbattibile. Il mondo si è evoluto, ma non necessariamente in meglio, e questo dovevano averlo capito già ai tempi di Al servizio segreto di Sua Maestà (unica interpretazione di George Lazenby) quando l’agente segreto arriva addirittura a sposarsi e piangere la morte della neo-sposa.
Ma con Craig, l’umanizzazione di 007 si fa completa: il suo non è più un corpo inscalfibile, ma soffre, si batte, sanguina e – addirittura – perde. Un drastico cambiamento che, se in Casino Royale e nel mezzo passo falso Quantum of Solace era solo accennato, a partire da Skyfall assume connotati più estremi.
Ed è proprio con Skyfall che James Bond si affaccia sul proprio passato con cui dovrà fare i conti e per il quale deriveranno molte delle sue scelte. Passato: è questa, alla fine, la parola chiave di No Time to Die con cui Craig si accomiata dal pubblico e dal servizio segreto di Sua Maestà e lo fa non più da agente segreto ma da essere umano, né più né meno.
Con questi cinque film, poi, Craig e il team di sceneggiatori (Neal Purvis e Robert Wade in primis) hanno creato una sorta di franchise nel franchise, costituendo un filone interno che narra un’ascesa e una caduta e che porterà, visti gli sviluppi di No Time to Die, a una rinascita.
Ora non resta che aspettare e vedere cosa ci serberà il futuro di questa saga che, dopo ben 25 film, non cessa di entusiasmare e di stupire. Perchè con Daniel Craig abbiamo imparato che nessun eroe è imbattibile o immortale. Ed è proprio per questo che, dopo di lui, 007 non sarà mai più come prima.
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