Oggi vi proponiamo le nostre considerazioni sulla sesta stagione di Downton Abbey, ovviemente in attesa del film che uscirà in Italia il 24 ottobre.
La sesta stagione di Downton Abbey copre il periodo storico che va dal febbraio al dicembre del 1925 e, come le altre stagioni, racconta delle vicende della famiglia aristocratica dei Crawley e della loro servitù.
Parlare di Downton Abbey è veramente molto difficile, non perchè la serie sia brutta, tutt’altro, ma perchè essa va intesa come un unicum, una sequenza continua di episodi, senza soluzione di continuità.
Perfetta per il binge-watching, Downton Abbey ha avuto un successo strepitoso nel suo paese d’origine, la Gran Bretagna, ma anche negli USA e in Italia ha avuto il suo fedele pubblico, che non ha perso un episodio. Il telefilm ha vinto un numero impressionante di premi diventando, per esempio, la serie tv non americana ad avere più candidature nella storia degli Emmy.
La serie tv è molto ben fatta, girata splendidamente e recitata alla perfezione, con un cast che è di altissimo livello, senza distinzione alcuna. Ma è nella scrittura che il telefilm si distingue: partorito dalla mente dello showrunner Julian Fellowes, che ha curato tutta la seria dalla prima all’ultima puntata, essa tratteggia finemente la classe dell’aristocrazia che, a fatica, cerca di adattarsi alle novità.
Di contro, anche i livelli sociali più bassi hanno i loro problemi e il telefilm segue le orme puntando l’attenzione ora a questo, ora a quel personaggio, seguendo le varie trame. Il tutto senza mai alzare la voce, senza puntare su effettacci gratuiti o scene sconvolgenti, ma su una sceneggiatura perfetta e lineare.
In realtà esiste un prequel apocrifo di Downton Abbey, scritto sempre da Fellowes ed è il film Gosford Park, diretto da Robert Altman. Il film, vincitore del premio Oscar proprio per la sceneggiatura, annovera nel cast anche Maggie Smith, che ritroviamo nel telefilm nel ruolo della Contessa Violet Crawley.
Downton Abbey è una perla rara nella produzione televisiva mondiale, un prodotto di gran classe, che premia una recitazione sussurrata, mai urlata, una serie che punta sulla recitazione e la scrittura e elimina completamente la violenza e la necessità di shoccare. E questa sesta e ultima stagione completa e chiude il racconto della favolosa tenuta di Downton e dei suoi abitanti, in attesa di rivederli nel sequel al cinema ad ottobre.
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