E Respirare Normalmente, la recensione del film islandese su Netflix
E Respirare Normalmente è un film drammatico disponibile nel catalogo Netflix, realizzato dalla regista islandese Ísold Uggadóttir. Questa è la nostra recensione.
Gli attori di questo film indipendente sono Kristín Þóra Haraldsdóttir, Babetida Sadjo, Patrik Nökkvi Pétursson.
In una fredda e ventosa cittadina ai confini delle coste islandesi le vite di due giovani donne, alle prese con le difficoltà del mondo contemporaneo, si uniscono per dare vita ad una profonda, anche se breve amicizia, nata dall’istinto, ormai raro, di aiutare chi è in difficoltà. Lara è una madre single che, rimasta senza un lavoro, è costretta a vivere per un breve periodo nella sua macchina insieme al piccolo Eldar; Adja è una rifugiata della Guinea-Bissau, prossima all’espulsione dal Paese.
RECENSIONE
E Respirare Normalmente è un film breve, della durata di 95 minuti, ma intenso, molto intimo, e sensibile per molti aspetti che riguardano soprattutto il mondo femminile. I temi scelti da Ísold Uggadóttir sono la difficoltà di inserirsi nel mondo del lavoro e la sofferenza di coloro che scappano da una vita di guerre e violenze. Due tematiche impegnative che la regista islandese mette in scena attraverso un racconto delicato, e soprattutto attuale. Cionostante la qualità migliore di questa pellicola è però il tenero, e sincero, legame che si crea tra le due emarginate, che si aiutano e si proteggono senza aspettarsi nulla in cambio.
La fotografia di Ita Zbroniec-Zajt alterna vedute della piccola cittadina, il cui silenzio è interrotto solo dal rumore del vento, a lunghe scene di pochi dialoghi e più movimento… è il silenzio il protagonista delle scene, sembra invitare a riflettere su ciò che i nostri occhi stanno osservando.
I protagonisti su cui si regge il racconto sono tre, e ognuno incarna il proprio archetipo: la madre che cerca come può di dare una vita migliore al proprio figlio, un piccolo bambino simbolo dell’innocenza assoluta, e una donna che scappa da un mondo fatto di violenza e repressione. Kristín Þóra Haraldsdóttir è Lara, una mamma single con un passato da ex tossica, orgogliosa e protettiva; Babetida Sadjo è anche lei una giovane mamma che vuole ricongiungersi con la sua famiglia, diffidente ma sensibile e anche davanti alle numerose richieste negate ha sempre la forza di rendere grazie al prossimo.
Nonostante le buone qualità del film, la pellicola di Ísold Uggadóttir sembra mancare di qualcosa: quell’ingrediente non aggiunto che potrebbe soddisfare pienamente e, che forse possiamo riscontrare nella maggiore caratterizzazione dei personaggi. A nostro avviso, ad un ritmo della narrazione compassato, e forse volutamente ricercato, avrebbero giovato immagini che dialogassero simbolicamente con i personaggi.
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