É stata la mano di Dio: recensione del film di Paolo Sorrentino
Seni abbondanti con capezzoli turgidi, nulla di più felliniano. È la prima scena di È stata la mano di Dio, il nuovo film di Paolo Sorrentino ora disponibile su Netflix. Questa è la recensione.
Il giovane Fabietto Schisa (Filippo Scotti, vincitore del Premio Mastroianni) ha una domanda che turba le sue notti almeno quanto lo fanno i suoi ormoni adolescenziali: Maradona arriverà al Napoli? Siamo negli anni ’80 quando un’intera città è col fiato sospeso nella trepidante attesa di quel profeta che l’ avrebbe presa per mano verso la conquista dei suoi primi scudetti.
Fabietto vive con i suoi genitori, gli innamoratissimi Saverio (Toni Servillo) e Maria (Teresa Saponangelo), e i fratelli Marchino e Daniela. La tranquilla vita della famiglia Schisa è scossa a cadenza regolare dalle vicende di Patrizia (Luisa Ranieri), la giunonica sorella di Maria che, con il suo fascino svampito e spregiudicato e la sua instabilità mentale, entra di prepotenza nei sogni erotici di Fabietto. Ad apprezzare meno queste virtù è suo marito Franco, da cui è picchiata in una delle prime scene del film.
Una tragedia, però, incombe sul loro destino.
È stata la mano di Dio è la biografia romanzata dell’adolescenza del regista Sorrentino, quando insieme a Napoli ingannava le proprie paure con l’incanto, sia esso dato dall’attesa del Pibe de Oro, dal gioco delle arance di mamma Maria o da un cazzo disegnato su uno specchio per consolare una donna tradita.
La distrazione è un’arte che i partenopei padroneggiano con maestria, e chi gliene fa un capo d’accusa non ha capito la loro essenza.
“-Il cinema non serve a niente, però ti distrae…
-Ti distrae da che cosa?
-Dalla realtà. La realtà è scadente.”
Tra risate di gusto e realtà amara, È stata la mano di Dio non perde mai in brillantezza, giustificando dunque la scelta di candidarlo come rappresentante dell’Italia agli Oscar nella sezione del miglior film internazionale.
Se molto ruota intorno alla spasmodica ricerca di un salvatore (D10S, ndr), vedere Fabietto avere il coraggio di diventare Fabio, senza disunirsi, con addosso quella camicia biancazzurra che ricorda la camiseta di Maradona al Napoli, ci suggerisce che siamo noi i massimi massimi fautori del nostro destino.
Forse Dio non esiste, ma esistiamo noi. È stata la mano di Dio, sei stato tu.
“È stato lui che ti ha salvato, è stata la mano di Dio”
É stata la mano di Dio
Regista: Paolo Sorrentino
Data di creazione: 2021-12-17 17:35
4
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