Eli è un film horror del 2019 diretto da Ciaràn Foy, prodotto da Paramount Players, e distribuito sul catalogo Netflix. Questa è la nostra recensione.
Nel cast spazio per Kelly Reilly, Max Martini, Lili Taylor ed il piccolo Charlie Shotwell. La sceneggiatura è stata firmata da David Chirchirillo, Ian Goldberg, e Richard Naing.
Una coppia di genitori, per curare il figlio nato con una forma di immunodeficienza disturbata, si rivolgono ad una specilista in grado di dare loro una speranza. La degenza del piccolo Eli però diventa da subito fonte di preoccupazione per tutti. Qualcosa – o qualcuno – non vuole che Eli venga curato.
Il Commento
Torna su Netflix l’horror d’autore, e poco importa se questa volta il colosso dello streaming qui conta solo come semplice distributore. Eli un titolo a due facce, dove a farla da padrona è lo spavento, quel sentimento puro e semplice, tanto ricercato dagli amanti del genere horror.
Il regista Ciàran Foy si è fatto apprezzare dal “grande pubblico” per il discreto lavoro svolto su Sinister II, sequel del fortunato horror di Scott Derrickson. Così come nel suo precedente viaggio horror, al centro dell’attenzione in Eli c’è qualcosa di inspiegabile, un mistero celato tra scienza e paranormale che finisce per dividere il giovanissimo protagonista tra la voglia di guarire, e la paura di scoprire dove porta la strada verso la guarigione stessa.
Come sottolineato in precedenza, Eli può essere considerato, a tutti gli effetti, un horror a due facce, spinto dalla voglia del suo regista di sorprendere con il suo finale ad effetto. Per l’intera prima parte, infatti, il regista spinge la tensione al massimo, enfatizzando in maniera assoluta la paura di un protagonista, spesso al centro di accadimenti terrificanti. Il finale mette invece a dura prova la comprensione dello spettatore, quasi incredulo davanti alle rivelazioni di una sceneggiatura originale si, ma anche capace di confondere le menti più attente.
Il cast rappresenta forse il tallone d’Achille del film di Foy, non tanto per la qualità degli attori impegnati nella recitazione, ma per l’approssimativa caratterizzazione dei loro personaggi. A tal proposito, due caratteristi di spessore come Max Martini e Lili Taylor non possono che risultare quasi superflui ai fini della narrazione. Così come non brilla la prova di Kelly Reilly. Il giovanissimo Charlie Shotwell prova a tenere alta la qualità complessiva del cast, ma – almeno per la versione italiana – è il doppiaggio avulso che finisce vanificare i suoi sforzi.
In conclusione, crediamo che Eli sia un discreto prodotto capace di spaventare e sorprendere quanto basta, e questo senza l’ausilio di una buona prova recitativa.
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