Escape Room – La recensione del film di Adam Robitel
Escape Room è il nuovo film di Adam Robitel, prodotto da Original Film e Columbia Pictures, ed in uscita il 14 Marzo 2019. Questa è la recensione.
Sei concorrenti, sei stanze e un solo obiettivo: sopravvivere. Danny, Zoey, Amanda, Ben, Jason e Mike vengono invitati a partecipare al gioco più famoso e amato dagli appassionati di logica e rompicapi: l’Escape Room. Attirati dal generoso premio in palio, i sei giocatori dovranno affrontare le loro paure, superare il loro limiti e lottare per riavere la loro libertà.
RECENSIONE
Gli amanti delle Escape Room non potranno non apprezzare questo prodotto cinematografico, unico nel suo genere. Nato dalla fantasia e dalla mente di Takao Kato, il “Gioco Reale di Fuga” è un’esperienza immersiva, totale e vera in cui i giocatori vengono rinchiusi all’interno di una stanza e l’unico modo per uscirne è quello di analizzare i vari enigmi sparsi qua e là tra le mura dell’ambiente. La prima e vera Escape Room fu creata nel 2008 in Cina, ben presto però è arrivata negli Stati Uniti (San Francisco e Las Vegas), e dal 2011 anche nel Vecchio Continente; ad oggi esistono circa 3.000 Escape Room in tutto il mondo, di cui si hanno altrettante versioni online e in formato gioco da tavolo.
Fatta questa piccola premessa su ciò che realmente ispira il film, passiamo all’analisi della pellicola di Robitel.
Amanda, Zoey, Danny, Jason, Ben e Mike sono i sei concorrenti scelti per entrare a far parte della nuova squadra che affronterà gli indovinelli, gli enigmi e i codici segreti del fantastico gioco dell’Escape Room. Ma la scelta dei partecipanti non è casuale, poiché loro sono “i fortunati tra i fortunati” e devono dimostrare di meritare la buona sorte che li ha accompagnati fino a questo momento. La personalità di ogni concorrente corrisponde a dei valori e a delle tipologie comportamentali ben precise: il genio, il nerd, l’outsider, l’altruista, l’egoista e il coraggioso. Gli interpreti dei sei protagonisti sono volti già noti nel panorama cinematografico e nel mondo delle serie tv: Taylor Russel (Zoey Davies), Nik Dodani, (Danny Kahn), Deborah Woll (Amanda Harper), Logan Miller (Ben Miller), Jay Ellis (Jason Walker) e Tyler Labine (Mike Nolan). Il cast di Escape Room è quindi un gruppo eterogeneo, i cui caratteri sono ben delineati dal buon livello di recitazione di ogni attore.
Il regista Adam Robitel dimostra di conoscere bene la materia, e mescola con sapiente maestria il genere horror con il thriller psicologico, producendo un film che, se all’inizio volge verso il puro intrattenimento, in realtà dimostra di avere una sua dignità etica, portando con sé un messaggio ben chiaro. Nel passaggio tra una stanza e l’altra impariamo a conoscere i sei protagonisti della storia, e a capire la loro funzione all’interno del gioco.
Gli effetti speciali di Max Poolman, e le musiche di John Carey e Brian Tyler, creano un mix pazzesco che cattura l’indice di attenzione del pubblico, regalando un coinvolgimento quasi totale. Suoni, rumori e l’alta qualità della pellicola funzionano da veicoli per lo spettatore, il cui compito è quello di renderlo partecipe dell’esperienza immersiva che i giocatori stanno vivendo.
Escape Room è il gioco della scatole cinesi: il passare da una stanza all’altra rappresenta, per i concorrenti del film, lo scavare nelle profondità dell’animo umano, rivelando la propria natura. Il finale della storia preannuncia un possibile sequel; aspetteremo il 2020 per affrontare insieme ai protagonisti una nuova sfida.
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