Feel Good, recensione della serie tv Netflix
Vi presentiamo la nostra recensione della nuova serie tv Feel Good, distribuita da Netflix interpretata dall’attrice comica Mae Martin.
Feel Good racconta le vicende di Mae, attrice comica emergente, che stringe una relazione sentimentale con una donna eterosessuale George. Una relazione che, in apparenza la fa sentire bene, ma sarà veramente così? Mae vive ogni giorno sul filo del rasoio di una ricaduta nelle sue dipendenze, il richiamo alla cocaina sempre dietro all’angolo, e all’aggrapparsi quasi al limite della disperazione a una relazione sentimentale che dovrebbe regalarle serenità.
Assistiamo alla nascita dell’amore di Mae e George (Charlotte Richie), facciamo il tifo per la loro relazione caratterizzata da alti e bassi, come tutte le relazioni appena nate in cui i primi giorni si è inebriati per poi scoprire man mano le debolezze di ognuno. Mae, è una ex tossicodipendente dalla personalità disconnessa, sempre al limite alla ricaduta con un rapporto bizzarro con i propri genitori interpretati da Lisa Kudrow e Tom Durant Pritchard, e il suo gruppo di supporto caratterizzato da casi umani.
In questo periodo di quarantena obbligatoria, il personaggio di Mae riguardare ognuno di noi: ci si aggrappa a qualunque minima cosa con la speranza di sentirsi bene. Alterniamo giorni in cui sentiamo euforici ad altri in cui ci rendiamo conto che non possiamo continuare a fingere che quello che ci circonda ci faccia star veramente bene.
Siamo perennemente in viaggio alla ricerca di noi stessi, tra insicurezze e dubbi, aggrappandoci a quello che per noi rappresenta un appiglio, sia esso l’amore, il sesso, la droga, la famiglia o la tecnologia.
Tra risate e scene più toccanti, Mae Martin ci fa commuovere attraverso la fragilità reale del suoi personaggi. Colpisce l’autoironia di Mae ma allo stesso tempo la sua autoanalisi per focalizzarsi sul vero tema della narrazione (e l’obiettivo principale dell’io): stare bene.
Quello che colpisce di Feel Good è lo stile narrativo sincero ma delicato anche nel raccontare le problematiche di coppia, e l’incontro con i demoni che Mae incontra lungo nella sua riabilitazione emotiva.
Feel Good non si vuole imporre come un manifesto per la comunità lesbica, la sua narrazione non fa scalpore nè si impone attraverso la lotta per far riconoscere i propri diritti. Anzi, è una serie tv che parla di una persona malata e che ancora non è in grado di poter ancora guarire.
Scopri di più da UNIVERSAL MOVIES
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
One thought on “Feel Good, recensione della serie tv Netflix”
Comments are closed.
Bah