Festival di Cannes 74: dall’apertura ai primi giorni sulla Croisette
La 74. edizione del Festival di Cannes prosegue senza sosta, seppur con qualche inceppamento durante il percorso tra Covid e problemi con le prenotazioni online. Ma, problemi a parte, quello che conta davvero è il cinema e quindi facciamo un riassunto di ciò che è accaduto finora sulla croisette.
Il Festival di Cannes si è aperto con Annette del funambolico Leos Carax con protagonista l’inedita coppia formata da Marion Cotillard e Adam Driver. Carax è un pupillo di vecchia data del festival e i suoi film che vantano tanti estimatori quanti detrattori lasciano sempre il segno, nel bene e nel male.
Poi è stata Jodie Foster a primeggiare su tutto e tutti quando le è stata consegnata la Palma d’onore per coronare una carriera iniziata nel cinema adulto proprio a Cannes quando, nel 1976, recitò in Taxi Driver vincitore della Palma d’oro. Memorabile il suo discorso durante l’accettazione del premio in cui l’attrice e regista, rivolgendosi a tutte le donne, ha detto “è il momento“, ricordando che quand’era giovane non c’erano registe sui set.
Se Jodie Foster ha regalato un momento empatico e di grande importanza civile, l’arrivo di Sophie Marceau ha portato eleganza e fascino. L’attrice è protagonista di Tout c’est bien passé di François Ozon, film che ha conquistato pubblico e critica con una storia sulla vecchiaia, la morte e l’eutanasia.
Molti applausi per A Chiara, il film di Jonas Carpignano che chiude la trilogia di Gioia Tauro dopo Mediterranea e A Ciambra. Stavolta il regista punta quasi esclusivamente sulla finzione (anche se definire i precedenti come documentari sarebbe riduttivo) e conquista il festival.
Ha in parte deluso (inaspettatamente) The Velvet Underground, il documentario di Todd Haynes incentrato sulla celebre band di Lou Reed e vicina alla Factory di Andy Warhol. Privo di un vero fulcro e solo in parte davvero accattivante, da un regista come Haynes (che si era già approcciato alla musica con Velvet Goldmine e Io non sono qui) ci si aspettava di più.
Paul Verhoeven ha portato Benedetta, film-scandalo ispirato alla reale vicenda di Benedetta Cerlini, suora lesbica del 1600. Come al solito, il film di Verhoeven ha spaccato in due la critica, ma realizzare un’opera che fosse al livello del precedente Elle non era impresa semplice. Molti applausi, standing ovation e commozione del protagonista Matt Damon per La ragazza di Stillwater di Tom McCarthy in cui l’attore interpreta un padre disposto a tutto per aiutare la figlia accusata di omicidio. Oscar in arrivo?
Stiamo a vedere cosa accadrà da oggi in poi in questa “speciale edizione” del Festival di Cannes, nella speranza che il Covid (di cui alcune persone presenti sulla croisette sono risultate positive) non intralci ulteriormente un festival già non perfetto.
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