Finch: recensione del film post apocalittico con Tom Hanks
Abbiamo visto Finch, il film post apocalittico con Tom Hanks nei panni del protagonista, disponibile sul servizio streaming Apple+ dal 5 ottobre 2021. Questa la recensione.
Finch è stato diretto da Miguel Sapochnik su una sceneggiatura firmata da Craig Luck e Ivor Powell. Nel cast troviamo Tom Hanks nei panni di Finch, Caleb Landry Jones il quale, attraverso la motion capture, ha dato vita al robot Jeff e, non ultimo, Goodyear il cane. Inoltre spazio – a dire il vero poco perchè presenti solo in flashback – per Samira Wiley (Weaver), Laura Harrier (Linda), Skeet Ulrich (Sam).
IL FILM
La pellicola è ambientata in un ipotetico futuro distopico, in cui una catastrofe ambientale ha bucato l’ozonosfera, permettendo così alle radiazioni solari nocive per la vita di permeare senza ostacoli l’atmosfera. Finch è uno dei pochi sopravvisuti alla catastrofe. L’uomo, consapevole che non potrà vivere ancora per molto, sfruttando le sue conoscenze nella robotica, decide di costruire un automa (Jeff), ciò al fine di dare compagnia e assistenza al proprio amato cane anche dopo la sua morte.
REGIA E SCENEGGIATURA
Possiamo definire Finch come un road movie distopico atipico: non ci sono famelici zombies sul tragitto, neanche feroci predoni pronti a torturare e uccidere per una tanica di benzina. Semplicemente non c’è una vera costruzione della paura, e quando pensi che stia per succedere qualcosa semplicemente non succede. Il viaggio è in realtà un motivo di crescita, di speranza e maturazione, ma anche di consolidamento di una improbabile amicizia tra un uomo gravemente malato, un automa che impara ad essere umano e un cane che è semplicemente un cane.
Il regista Miguel Sapochnik in questo ambito sa muoversi con disinvoltura e, nonostante uno script quasi privo della componente adrenalinica, riesce a mantenere un buon livello di attenzione e a creare alcuni momenti di forte tensione. Buona la scelta autoriale di inserire siparietti buffi, in cui sono coinvolti i protagonisti, utili ad alleggerire un corpus narrativo a tratti commovente e intriso di una buona dose di drammaticità.
CAST SCENOGRAFIA E ASPETTO TECNICO
Inutile dire quanto sia abile in questo contesto Tom Hanks, il quale si dimostra sempre capace nell’adattarsi a qualsiasi ruolo gli venga affidato. La realizzazione di Jeff l’automa è notevole, grazie a un CGI usato sapientemente e anche all’indubbia capacità di Caleb Landry Jones nell’infondere, attraverso un gran lavoro di motion capture, un’animo umano ad un robot un po’ sgangherato, impacciato e assemblato con pezzi di recupero. L’attore, nel doppiaggio originale, ha anche prestato la sua voce al personaggio.
Buone le ambientazioni esterne e la rappresentazione di città disabitate, di lande desolate, e di un sole cocente che brucia ogni cosa di vivo che tocca. Degna di menzione la colonna sonora curata da Gustavo Santaolalla, nella quale sono stati inclusi pregevoli brani classici anni ’50 e ’70, oltre ad alcuni brani new wawe anni ’80.
CONCLUSIONE
Finch non può certo essere considerato un classico film fantascientifico, ambientato in un mondo distopico. Il futuro in cui viene incasellata la narrazione è solo uno sfondo per raccontare, intensamente e profondamente, la solitudine di un uomo malato, capace però di superare ogni forma di egoismo attraverso l’amore per il suo cane e per le sue creature meccaniche, alle quali, quasi come un demiurgo, riesce a donare un animo umano.
Finch
Regista: Miguel Sapochnik
Data di creazione: 2021-11-06 10:15
3.5
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