Gli Anelli del Potere: la recensione della Stagione 2
Abbiamo visto su Prime Video la seconda stagione di Gli Anelli del Potere, la serie prequel di “Il Signore degli Anelli“, questa è la recensione.
Composta da otto episodi e distribuita attraverso la piattaforma streaming Prime Video, la seconda stagione de “Gli anelli del Potere” è stata lanciata – con un boom di tre episodi il primo giorno – a partire dal 29 agosto 2024 sino a concludersi – seguendo l’andamento di una puntata a settimana – il 3 ottobre di quest’anno.
La serie riprende il fulcro non solo narrativo, ma anche tematico della prima stagione (trovate qui la nostra recensione), promettendo – sin dalle prime sequenze – di approfondire gli aspetti psicologici e sociali dei personaggi e dei popoli che abitano l’universo tolkeniano. Peccato che “Il Signore degli Anelli” non sia “Star Wars” e che la cosmogonia di Arda sia anzitutto una cosmogonia letteraria e solo in seconda battuta cinematografica. In quest’ottica, come moltissimi fan dello scrittore inglese avevano fatto notare sin dai tempi della prima stagione, alcune scelte di messa in scena e alcune parabole biografiche dei personaggi paiono svincolarsi in maniera un po’ troppo irruenta dall’immaginario di base. È chiaro che la trasposizione filmica di un’opera letteraria o a fumetti deve mantenere un difficile equilibrio tra libertà creativa e fedeltà all’opera originale ma in quest’ottica pare, secondo il parere di chi scrive, che tale equilibrio venga un po’ meno.
I filoni narrativi di questa seconda stagione di Gli Anelli del Potere sono tanti e i balzi repentini dall’uno all’altro possono creare nello spettatore un senso di confusione non da poco: ci troviamo così a proseguire lungo il solco dei passi dell’elfa Galadriel (interpretata da Morfydd Clark), a perderci nei sontuosi tunnel che spaccano le montagne della civiltà nanica, a conoscere gli intrighi di palazzo degli uomini e, soprattutto, a conoscere il passato di Sauron (Charlie Vickers), l’arcinemico che diventerà poi l’oscuro signore de “Il Signore degli Anelli”. La scrittura cerca di scavare nel passato di Sauron, presentandolo con le solite ambivalenze e i soliti fantasmi interiori che di consuetudine si attribuiscono ai cattivi nel tentativo di rendere la loro storia meno piatta.
Potenzialmente interessante risulta il lavoro svolto sulla messa in luce della società dei nani, in conflitto tra questioni familiari e politica, tra tradizione e necessità di cambiamento, squarciando il velo dello schermo e aprendo a riflessioni che possono in qualche modo darci da pensare anche sul nostro tempo. Al netto, in ogni caso, di questa potenzialità, tale aspetto viene lasciato in secondo piano, suggerito e mai approfondito sino in fondo ed è questo uno dei limiti più grossi di questa seconda stagione de “Gli Anelli del Potere”. L’enorme vastità di linee narrative, di strade tracciate, di personaggi, e il tempo ovviamente limitato di un prodotto audiovisivo, fanno in modo che gli aspetti più interessanti restino accenni, lasciando alla fin fine un senso di confusione e, sì, di già visto.
In conclusione possiamo dire che, al di là dell’enorme successo commerciale ottenuto finanche dalla prima serie, “Gli Anelli del Potere 2” presenta gli stessi limiti della stagiona precedente, presentandosi come un prodotto patinato, visivamente prepotente, ma che non incide, che talvolta fa storcere il naso.
Un prodotto del quale, sinceramente, non se ne sentiva il bisogno.
Le prime due stagioni di “Gli Anelli del Potere” sono disponibili su Prime Video.
Gli Anelli del Potere: la recensione della Stagione 2
Data di creazione: 2024-10-03 11:51
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