Gli irregolari di Baker Street, recensione della serie su Netflix
È appena approdata nel catalogo Netflix l’attesissima prima stagione di Gli irregolari di Baker Street, serie liberamente ispirata ai racconti di Arthur Conan Doyle. Questa la recensione.
Londra vittoriana. Nello scantinato di un palazzo di Baker Street vivono quattro ragazzi. Tre di loro hanno avuto un’esperienza traumatica in orfanotrofio. Il quarto, Spike (McKell David), si è unito a loro proprio in quello scantinato. Il leader del gruppo è Bea (Thaddea Graham) sorella maggiore di Jessie (Darci Shaw). A chiudere il gruppetto c’è Billy (Jojo Macari) cuore e muscoli del team. Di fronte a loro c’è il numero 221B di Baker Street, residenza del Dottor Watson (Royce Pierreson) e del suo, quantomeno, misterioso socio Sherlock Holmes (Henry Lloyd-Hughes).
Con un pretesto, Watson ingaggia Bea ed i suoi amici per farli partecipare alle ricerche di alcuni neonati misteriosamente scomparsi dalle proprie abitazioni. Durante queste ricerche che Jessie conosce i poteri di cui è dotata, che la mettono in contatto col misterioso uomo in bianco (Clarke Peters).
Gli irregolari di Baker Street non è solo un omaggio al genio di Arthur Conan Doyle e del suo gioiello letterario Sherlock Holmes, ma un avventuroso richiamo a tutto ciò che lo stesso Doyle è stato dopo aver scritto sul famoso investigatore. In età più matura, difatti, lo scrittore si appassionò al genere fantascientifico – suo il romanzo “il mondo perduto” che ispirò il franchise cinematografico Jurassic Park – ma anche allo spiritismo. A tal proposito, fantascienza e spiritismo sono elementi ben presenti in questo ciclo di episodi che compongono la prima stagione di Gli irregolari di Baker Street e che spostano lo stesso Holmes come figura di contorno.
Le atmosfere cupe che si respirano sono ricche di particolari: esse risultano capaci di coinvolgere lo spettatore, spingendolo talvolta a respirare l’aria pesante e malsana che avvolgeva la capitale inglese in quegli anni. Una fotografia di prim’ordine ed accurata riesce a rendere vere e tangibili le strade londinesi percorse da Bea e dai suoi amici. Gli irregolari di Baker Street è un progetto partito più di due anni fa e realizzato con attenzione e assoluta calma. Ciò ha permesso allo sceneggiatore Tom Bidwell di lavorare con estrema cura, lontano da pressioni. Il lavoro fatto dai tre registi, ovvero Johnny Allan, Joss Agnew e Weronika Tofilska, anche se non privo di qualche imperfezione, è apprezzabile e privo di spaccature tra l’uno e l’altro degli otto episodi disponibili per questa prima stagione.
Nonostante alcune pecche da sottolineare sotto il piano narrativo e nella gestione di alcuni espedienti utili alla storia, il risultato finale apprezzato in Gli irregolari di Baker Street è di qualità, e la recente riconferma per una seconda stagione fà si che il finale, aperto a possibili interpretazioni circa il futuro del 221B di Baker Street, non resti un puro esercizio di stile ma possa avere sviluppi interessanti nel prosieguo della serie. Una colonna sonora, completamente decontestualizzata, con brani come “New Dorp. New York”, porta la narrazione su ritmi e piani sequenza moderni ed in contrasto con quanto magari si è avuto modo di vedere fino all’inquadratura precedente.
Buona la prova dell’intero cast, anche se Henry Lloyd-Hughes e Clarke Peters avrebbero potuto essere sfruttati di più, ciononostante la capacità recitativa di entrambi si percepisce fin dalle prime battute. Tra i ragazzi, piace segnalare Harrison Osterfield e Thaddea Graham anche se tutti si son ben comportati. Apprezzabile sia la recitazione in lingua originale che con doppiaggio italiano.
La prima stagione di Gli irregolari di Baker Street è attualmente disponibile sul catalogo Netflix.
Gli irregolari di Baker Street
Regista: Tom Bidwell
Data di creazione: 2021-03-29 17:54
3.5
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