La giornata di oggi è stata contrassegnata dalle nomination dei Golden Globe Awards 2017 (potete leggerle qui) che si sono svolte alle 14.15 (ora italiana), fungendo, come al solito, come antipasto a quelle degli Oscar che arriveranno tra breve tempo. Dopo averle digerite, è opportuno fare qualche riflessione in merito.
In vetta alle nomination, con ben sette (film musicale/commedia, regia, attrice, attore, sceneggiatura, colonna sonora e canzone), è La La Land di Damien Chazelle e interpretato da Emma Stone e Ryan Gosling. Presentato in concorso a Venezia, il film sembra avere il percorso verso gli Oscar già segnato e ben visibile. Sembra che ai Golden Globe non ci sia partita, almeno per quanto riguarda le categorie di cui fa parte.
Niente male anche per Manchester by the Sea, il dramma di Kenneth Lonergan con Casey Affleck e Michelle Williams che ottiene cinque nomination (film drammatico, regia, attore, attrice non protagonista e sceneggiatura). Animali notturni di Tom Ford, Leone d’Argento a Venezia, ha ottenuto solo tre nomination (regia, sceneggiatura e attore non protagonista), ma il suo protagonista Jake Gyllenhaal non è stato preso in considerazione, tanto meno la sua collega Amy Adams, nominata invece per Arrival.
Da rilevare, dunque, la presenza di alcuni film nominati che sono stati presentati a Venezia: La La Land, Animali notturni, Arrival, Hacksaw Ridge (fuori concorso), a riconferma della capacità del nostro festival (e del suo direttore Alberto Barbera) di saper “accalappiare” film interessanti che poi riescono ad arrivare a vette elevate (Birdman e Il caso Spotlight sono gli esempi più eclatanti a noi più vicini).
Risulta evidente che qualche nome è stato lasciato (immeritatamente?) fuori, come Tom Hanks che per la sua interpretazione in Sully non è riuscito a ottenere una nomination nella categoria di miglior attore in un film drammatico; stessa cosa per Clint Eastwood, che di Sully è il regista: Sapranno rifarsi agli Oscar? Tra i film stranieri, prevedibile la presenza di Toni Erdmann, come prevedibile anche l’assenza di Fuocoammare in quanto documentario.
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