Dopo Via col vento e Dumbo, anche il musical Grease diretto nel 1978 da Randal Kleiser è finito nel ciclone del politically correct. Il film è stato infatti aspramente criticato sui social e definito sessista e omofobo.
Tutto è iniziato il giorno di Santo Stefano quando l’emittente BBC1 ha trasmesso il film con protagonisti John Travolta e Olivia Newton-John. Inaspettatamente, sui social (Twitter in primis) sono comparsi da subito messaggi di protesta di persone – soprattutto giovani – che hanno definito il film non solo omofobo e sessista, ma anche misogino e “eccessivamente bianco”.
Nel mirino sarebbero finite alcune scene: quella in cui Putzie (interpretato da Kelly Ward), sdraiato, spia alcune ragazze sotto la gonna, la scena in cui Vince Fontaine (alias Eddie Byrnes) dice ai ballerini di non formare coppie dello stesso sesso e la scena finale con il cambiamento di look di Sandy da acqua e sapone a trasgressivo e sexy.
Ma non solo: a indispettire il giovane pubblico – con conseguente richiesta che il film non venga più trasmesso in televisione – è stata soprattutto la canzone Summer Nights in cui a un certo punto il coro, in risposta a Danny, canta “Tell me more, tell me more, did she put up a fight?” (letteralmente: “Dimmi di più, dimmi di più, lei ha lottato?“). Questo brano è stato dunque interpretato come un riferimento alla violenza sessuale e, ancor peggio, un incitamento allo stupro.
Diciamocela tutta: movimenti come il #MeToo e il #BlackLivesMetter sono importanti oggi più che mai, ma non dobbiamo lasciare che sfugga la loro utilità profonda che non è quella di additare un film piuttosto che un altro perché ogni opera va letta in riferimento all’epoca in cui è stata realizzata.
Certo, Via col vento ha in sé stereotipi ormai superati e probabilmente i corvi di Dumbo sono stati realizzati con una vena di razzismo. Ma se tralasciamo l’epoca storica in cui questi due film sono stati realizzati (1939 il primo, 1941 il secondo), è evidente la loro importanza storica per il cinema e non solo in quanto portatori di innovazioni stilistiche e tecniche che ancor oggi fanno impallidire per la loro portata significativa.
Anche Grease, seppur di portata minore, ha avuto la sua importanza e se consideriamo che si tratta di un musical (genere che, ipso facto, si discosta dalla realtà) parlare di sessismo e omofobia risulta quanto mai assurdo. E’ allora un film perfetto? No, ma non per motivi etici o sociali. E non dimentichiamoci che il cinema, così come tutte le arti, serve anche a far staccare la mente dalla realtà per portarci in altri mondi che non devono necessariamente essere perfetti.
Si spera, dunque, che questo politically correct non mieta altre vittime, altrimenti finirà col rivelarsi un razzismo al contrario e una forma velata (ma neanche poi troppo) di dittatura.
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