Greenland: Recensione del disaster movie con Gerard Butler
Abbiamo assistito all’anteprima di Greenland, il disaster movie con Gerard Butler e Morena Baccarin. Questa la nostra recensione.
La cometa Clarke è da poco entrata nel nostro sistema solare, non si tratta di un unico corpo solido ma di uno sciame di frammenti cosmici che schizza a forte velocità fra i pianeti, in direzione del nostro Sole. Segretamente viene messo in atto un piano di salvataggio dell’umanità quando si scopre che una parte di detriti è stata deviata nel suo percorso dalla gravità solare. Alcuni pezzi della cometa, infatti, puntano decisamente verso la Terra. Uno di questi, grande come un campo di calcio, sta per abbattersi sul nostro pianeta con la conseguente estinzione della maggior parte delle forme di vita. Rifugi segreti in cui salvaguardare le eccellenze della razza umana sono stati attivati. John Garrity (Gerard Butler), sua moglie Allison (Morena Baccarin) ed il piccolo Nathan faranno parte di coloro che sopravviveranno al cataclisma, ma…
Greenland è l’ennesimo film catastrofico con meteoriti che si ergono a cavalieri dell’apocalisse. Uno schema narrativo che ricalca, fin troppo, quello di 2012, con l’unica differenza che la fine non proviene dalle viscere del pianeta ma da eventi cosmici inarrestabili.
Ric Roman Waugh torna a dirigere Gerard Butler, dopo Attacco al Potere 3 dello scorso anno. Per quanto il film possa essere poco convincente, il connubio tra i due funziona bene. Butler si trova a suo agio nel ruolo dell’eroe a dimensione familiare. È un padre di famiglia disposto a bruciare all’inferno pur di salvare la sua progenie ed il suo amore. Un ruolo congeniale all’attore che già aveva dato prova di sapersi barcamenare con disinvoltura tra cataclismi e fine del mondo nel recente Geostorm. Buona anche la prova offerta da Morena Baccarin che dimostra ancora una volta il suo talento recitativo.
Dal punto di vista sceneggiativo, Greenland scorre via – inesorabile – come il countdown al frammento che metterà fine alla vita sul pianeta. Poche o quasi nulle le emozioni. Il susseguirsi degli eventi è quasi scontato ed allo spettatore non resta che chiedersi quale sarà l’arzigogolato metodo degli sceneggiatori per salvare i nostri eroi a discapito di chi si porrà sulla loro strada per contrastarli o favorirli. In Greenland non conta il messaggio ma la spettacolarizzazione della fine del genere umano, e questo nonostante si cerchi spesso di spostare l’asticella verso il più nobile spirito di unione ed abbattimento delle barriere sociopolitiche che da sempre dividono ed allontanano i popoli: solo lo sconvolgimento totale degli equilibri planetari, e l’avvicinarsi della fine possono far si che ci sia un bene comune ed un ritrovato sentimento di fratellanza universale.
Decisamente validi gli effetti speciali, con un CGI di primo livello e con scene d’azione esagerate ed inverosimili. Del resto, il cinema hollywoodiano ci ha abituato ad imbarazzanti sequenze dove i protagonisti sfuggono a piogge di meteoriti, piuttosto che a voragini che si aprono sotto i loro piedi, restando pressoché illesi.
Greenland è sicuramente un film per gli appassionati del cinema catastrofico che farà storcere il naso ai più critici. In un 2020 così funesto serviva davvero presentare questo progetto nato nel 2018 e che aveva visto gettare la spugna a pochi mesi dalle riprese sia a Chris Evans che al regista di District 9, Neill Blomkamp?
Greenland sarà nelle nostre sale dal 1° ottobre. Guardate il trailer a questo indirizzo.
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