Grendizer U, recensione dei primi due episodi

Grendizer U: recensione dei primi due episodi della nuova serie

Sulla TV giapponese sono andati in onda i primi due episodi di Grendizer U, reboot dell’iconica serie anni ’70 di Go Nagai, nota qui in Italia con il nome di Atlas UFO Robot. Questa la nostra recensione.

La fondazione Kabuto ha sedi, ormai, in tutto il pianeta. Koji e Sayaka – di stanza nella sede Saudita – vengono chiamati per un sopralluogo nel deserto di sabbia rossa di Riad, dove è precipitato un misterioso oggetto proveniente dallo spazio. Poco lontano dal punto dell’impatto rivengono un ragazzo che non ricorda nulla del suo passato e tantomeno il suo nome. Daisuke, com’è stato chiamato da Koji, viene ospitato nel ranch di Koji e dà prova di avere molta empatia con i cavalli e di essere un ottimo pilota di moto.

Nel frattempo, Koji ed il Mazinga Z si trovano coinvolti in un combattimento con un misterioso avversario che mette in crisi il robot costruito dal Dottor Kabuto. Sayaka assiste inerme mentre nel giovane smemorato cominciano a riaffiorare i ricordi come un fiume in piena. Il ragazzo ripresa coscienza di sè si precipita nel deserto e fa emergere dalla sabbia, in tutta la propria possanza il gigantesco robot creato per difendere il pianeta Fleed dall’esercito di Re Vega. Daisuke, alias Duke Fleed, si scaglia così contro le forze nemiche a bordo di “Grendizer” con l’intento di sconfiggerle e salvare Koji.

Grendizer U, il commento

In questa nuova riproposizione animata vengono abbandonati i sapori e le atmosfere stile western dell’opera originale ad appannaggio di una grafica più accattivante per le nuove generazioni. Si tratta di un salto generazionale che non può non lasciare basito anche il più progressista dei nostalgici del Robot originale di Go Nagai. Ciononostante, Grendizer U richiama il Goldrake originale in ogni fotogramma: la nuova opera, di fatto, omaggia il suo antenato con una storia nuova e interessante, e lo arricchisce con contenuti inediti (alcuni in contrasto con l’anime anni ’70) e sotto-trame che, almeno per il momento, sembrano potenzialmente molto interessanti e intriganti.

Il design dei personaggi di Grendizer U può non piacere, ma è in linea con gli anime ed i manga di ultima generazione. Da urlo i robot e le scene di battaglia, quest’ultime dinamiche e ricche di dettagli e particolari. Le ambientazioni, molto dettagliate, fanno si che si possa immaginare lo scontro tra questi mastodontici esseri meccanici in modo vivido e reale. Per noi italiani sarà facile riconoscere i monumenti principali di Parigi e Roma.

È proprio su questa itinerante lotta di quartiere che i produttori fanno affidamento per rendere Grendizer U una serie capace di appassionare i ragazzi di ogni parte del mondo: infatti le meccaniche di combattimento e di invasione degli anni ’70 poco si conformano con quello che si può immaginare oggi rispetto al concetto di “invasione aliena”.

È di Yoshiyuki Sadamoto la matita che ha dato vita a Grendizer U. Si tratta dello stesso Character Designer di Neon Genesis Evangelion ed il suo tratto distintivo è ben visibile anche nella creazione di Daisuke, Koji & co. Questo nuovo disegno può piacere o meno ma è perfettamente in linea con i tempi e con la tipologia di disegno degli anime nipponici attuali, come lo erano i disegni di Actarus ed Alcor all’epoca.

Tra i disegnatori scelti dalla Gaina c’è anche Arakimari che si è occupato del design di alcuni personaggi, tra cui Maria, sorella di Daisuke. Arakimari è stato anche uno degli autori di Bia, la sfida della magia e se fate attenzione potrete notare che c’è un piccolo omaggio a quel personaggio nel modo in cui Maria strizza l’occhio durante la sigla.

Dal punto di vista narrativo, in questi primi due episodi (ne sono previsti 13) di Grendizer U si denota molta attenzione nel costruire correttamente il vissuto di ogni personaggio. Finora è stato mostrato il trascorso di Daisuke e di come gli eventi lo abbiano portato inconsapevolmente sul pianeta Terra. In questa nuova versione c’è un legame stretto tra il nostro pianeta e quello d’origine del Grendizer. Gli sviluppi da questo punto di vista sembrano molto interessanti, come gli accenni al fidanzamento di Daisuke con Rubina ed al rapporto con la sorella di lei. Gandal e Blacky (Hydargos nel doppiaggio anni ’70) sono al momento personaggi presenti ma di contorno rispetto a Cassado, un cavaliere che, come Daisuke, pilotava un Mecha da combattimento simile al Grendizer e che si è schierato con le truppe di Vega.

Al momento non è dato sapere se nel doppiaggio italiano si opterà per una trasposizione dei nomi in “stile Goldrake” ma riteniamo che forzare il nome di Alcor alla guida del Mazinga Z sia troppo, in questo caso.

Nell’attesa della distribuzione italiana di Grendizer U, vi salutiamo con il grido che ha accompagnato i pomeriggi dei bambini italiani degli anni ’70 e che riecheggia ancora oggi con la voce del grande Romano Malaspina

Goldrake Avanti!!!

Grendizer U: la recensione dei primi due episodi
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Data di creazione: 2024-07-15 14:54


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One thought on “Grendizer U: recensione dei primi due episodi della nuova serie

  1. Non credo che un “Araki Mari” abbia mai lavorato nella serie di Bia. Li c’era un altro Araki. Shingo Araki. L’ipotesi che ci abbia lavorato un altro Araki è possibile, ma staremmo parlando di un vecchietto rugoso. Comunque in Bia wiki ita non risulta nessun/nessuna Mari.

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