Hollywood e il cinema ai tempi del Coronavirus
Cinema vuoti, sale deserte, produzioni bloccate e abbonamenti a Netflix e Disney+ alle stelle: è questo lo scenario attuale che coinvolge il cinema ai tempi del Coronavirus.
Nelle ultime settimane non si conta la quantità di film in fase di produzione che sono stati bloccati o di film addirittura già finiti e pronti a esordire sul grande schermo e invece finiti sulle piattaforme streaming.
C’è poi il caso di quei film che sono usciti al cinema che non usciranno in home video bensì verranno distribuiti, quantomeno da noi, direttamente su Disney + (è il caso di Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle e Onward – Oltre la magia), Amazon Prime Video e Apple TV, come ad esempio L’uomo invisibile, Emma e Birds of Prey.
I box office di mezzo mondo, inevitabilmente, hanno subìto una flessione mai registrata prima, tanto che in America già da un paio di settimane i siti specializzati non hanno più riportato i dati degli incassi.
Il cinema è solo uno dei tanti settori che sta vivendo una profonda crisi che riguarda l’intera filiera, dalla produzione all’arrivo nelle sale, ma quello che dà da pensare è la difficoltà che avrà il pubblico – assuefatto allo streaming – a tornare al cinema una volta finita la crisi.
Produttori ed esercenti dovranno dunque unire le forze per incentivare il pubblico a tornare a riempire le sale e riabituarsi al piacere della visione sul grande schermo. Un esempio potrebbe essere quello cinese che ha deciso di proporre in 4K e in 3D la saga degli Avengers, Harry Potter e Avatar.
Per salvare il cinema bisogna perciò salvare Hollywood? Sì, anche se Hollywood non equivale al cinema tout court, e c’è da pensare al mercato nazionale, ma questa volta la Mecca del cinema può fungere come una buona base di partenza.
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