I 40 di Grease, un musical tra mito ed eterna leggerezza
Correva l’anno 1978. John Travolta era reduce dal successo di La febbre del sabato sera che gli aveva fatto guadagnare lo status di sex symbol e una nomination all’Oscar. Ma il 1978 sarebbe stato l’anno di Grease di cui oggi celebriamo il 40° anniversario.
Alla base del film c’era l’omonimo musical di Jim Jacobs e Warren Casey ambientato in un college americano degli anni ’50 in cui Danny Zuko, leader dei T-Birds, s’innamora di Sandy, una ragazza australiana acqua e sapone. Ma i caratteri diversi renderanno non semplice la loro storia d’amore.
Per John Travolta questo doveva essere il film della conferma definitiva, e così fu. Non solo Grease gli permise di dimostrare nuovamente le sue doti di ballerino, ma anche di cantante, e i suoi duetti con Olivia Newton-John sarebbero diventati ben presto celebri.
Ma cosa racconta davvero Grease? Certo, è una storia d’amore in salsa musical (come molti altri d’altronde: La La Land ne è solo l’ultimo esempio), ma non solo: è un racconto nostalgico di una generazione e un’epoca – gli anni ’50 – a cui si guardava con spensieratezza e con una leggerezza che ne hanno fatto il mito intrinseco.
A dimostrazione di ciò basti guardare l’evento organizzato a Cannes per celebrare proprio i 40 anni del film, con Travolta in grande spolvero e il pubblico, anche quello più giovane, ancora in grado di cantare a memoria le canzoni del film.
Certo, Grease non tocca le profondità di altri musical di ben altro spessore, e alla fine la morale non è certo la migliore del mondo (Sandy decide di cambiare totalmente aspetto e carattere per farsi amare incondizionatamente da Danny), ma tutto è affrontato col sorriso e umorismo leggero in grado di stemperare qualsiasi magagna (come la presunta gravidanza di Rizzo).
Con La febbre del sabato sera, Grease non condivide solo l’attore protagonista: come John Badham diresse il film del 1977, anche Grease venne diretto da un esordiente, ovvero Randal Kleiser che poi non raggiunse più il successo come in questo caso. Lo sguardo vergine sul cinema era dunque in grado di rendere meglio rispetto a uno sguardo più navigato, oltre che garantire un costo minore alla produzione.
Anche gli attori del film non ebbero vita facile: Travolta dovette attendere gli anni ’90 (più specificatamente Pulp Fiction, per tornare sulla cresta dell’onda), Olivia Newton-John si dedicò prettamente alla carriera di cantante, mentre del cast solo Stockard Channing riuscì a proseguire la carriera di attrice arrivando a conquistare una nomination all’Oscar per 6 gradi di separazione.
Questo è Grease: un musical tra mito ed eterna leggerezza in grado di resistere, nel bene e nel male, agli urti del tempo che passa.
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