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Il Gladiatore 2 | Recensione del film con Paul Mescal

Dopo 24 anni Ridley Scott torna a narrarci le vicende dell’impero romano ne Il Gladiatore 2 con protagonisti Paul Mescal e Pedro Pascal, il film è attualmente in sala distribuito da Eagle Pictures.

In occasione dell’uscita in sala de Il Gladiatore 2 UCI Cinemas ha organizzato a Roma una proiezione speciale alla sala IMAX di UCI Porta di Roma in collaborazione con l’associazione Gruppo Storico Romano. Gli spettatori sono stati accolti da gladiatori, legionari, senatori, pretoriani e altri rievocatori storici che hanno accompagnato il pubblico in sala per la visione del film in IMAX per un’esperienza cinematografica immersiva.

Se nel 2000 Il Gladiatore ha segnato un’epoca, grazie soprattutto all’interpretazione iconica di Russell Crowe nei panni di Maximus Decimo Meridio che da legionario diventa un gladiatore nell’arena del Colosseo, il sequel rispolvera quelle atmosfere raccontate da Ridley Scott più di 20 anni fa, cambiando un po’ le carte in tavola seppur mostrandoci sempre un impero in crisi e un protagonista colmo di rabbia e sete di vendetta come lo era anche Maximus nel primo film.

Ridley Scott apre la narrazione con una battaglia, ma questa volta non ci mostra il volto dei vincitori bensì degli sconfitti, dei numidi conquistati dall’esercito romano guidato dal generale Acacio (Pedro Pascal). E come ci ricorda la storia, (alcuni) abitanti delle terre conquistate dei romani vengono portati a Roma e venduti come schiavi. È questo il destino di Annone (Paul Mescal), arrivato da ragazzo in Numidia senza famiglia e divenuto schiavo di Roma, la stessa Roma che gli ha ucciso la famiglia che si era costruito.

Arrivato a Roma, comprato da Macrino (Denzel Washington), Annone assiste ad una città caotica guidata maldestramente dagli imperatori Geta e Caracalla. Sin dai primi combattimenti in arena la folla riconosce la sua forza e il suo valore, che ricorda quello di un altro grande gladiatore che proprio su quella terra ha dato la sua vita per l’Impero e per il suo sogno di una Roma idealizzata dall’imperatore Marco Aurelio. Anche Annone conosce bene quel sogno, perché lo ha sentito nel corso della sua infanzia raccontato dallo stesso imperatore, che conosceva molto bene in quanto era suo nonno.

A Roma Annone ritrova le sue origini, la madre Lucilla Augusta (Connie Nielsen) che l’ha mandato via per salvarlo, e ritrova l’anima di Maximus, la cui forza riecheggia in lui, in Lucio Vero.

Potremmo trovare ne Il Gladiatore 2 tante inesattezze storiche, appigliarci a dettagli che definiremmo “americanate” come ad esempio la frase in inglese -e non in latino- incisa nel Colosseo, ma dobbiamo ricordarci che Ridley Scott ha voluto regalare al pubblico uno spettacolo di puro intrattenimento. E ben lo si capisce sin dalla cura utilizzata nei combattimenti, scene d’azioni spettacolari con scimmie rabbiose create con CGI, tigri, rinoceronti e… squali!

Annone non ha lo stesso carisma di Maximus, Paul Mescal non è fisicamente iconico come lo è stato Russell Crowe, ma è l’attore della nuova Hollywood che conquista la nuova generazione di spettatori (spettatrici in particolar modo). Come il personaggio che interpreta porta sulle sue spalle una responsabilità grande come un macigno, si riappacifica con le sue origini e lotta per un obiettivo importante: salvare Roma dalla tirannia.

Annone/Lucio Vero rappresenta la visione di quei ragazzi che si sentono traditi e abbandonati dalla famiglia e dalla società che li ha cresciuti, a loro spetta il compito e il modo di costruire una nuova visione, riconoscendo però l’eredità di chi li ha preceduti e la possibilità attuale che hanno di prendere il proprio futuro in mano.

Interessante è il personaggio di Macrino interpretato magistralmente da Denzel Washington, un uomo che da schiavo e gladiatore ottiene la libertà dalle mani di Marco Aurelio e giunge ai palazzi del potere di Roma. A lui, il compito di rappresentare quel desiderio di potere, nato da una rivalsa personale non curante del popolo, non gli interessa quel sogno democratico di cui doveva essere portavoce Maximus e che riecheggia in Annone/Lucio Vero e quei pochi membri del senato che ancora son fedeli alla famiglia imperiale.

La sete di potere è così forte da non curarsi di niente e nessuno per poter raggiungere il proprio scopo.

Il Gladiatore 2 ci regala la consapevolezza del cambiamento cinematografico, di un tempo che è stato e che nostalgicamente manca allo spettatore più adulto e consapevole. Un passaggio di testimone, necessario, concedetecelo. Non possiamo negare che nella scena del campo di grano ha riecheggiato il ricordo della iconica colonna sonora composta da Hans Zimmer e Lisa Gerrard, perché questa è la forza del cinema suscitare emozioni e creare ricordi.


Il Gladiatore 2 | Le Foto dell’evento UCI Cinemas


Il Gladiatore 2 | Recensione del film con Paul Mescal
Il Gladiatore 2 recensione paul mescal

Regista: Ridley Scott

Data di creazione: 2024-11-19 16:43

Valutazione dell'editor
4

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