Il mio amico in fondo al mare, recensione del docu-film su Netflix
Il mio amico in fondo al mare è il nuovo docu-film targato Netflix, la regia è a cura di Pippa Ehrlich e James Reed. Questa è la recensione.
Craig è un documentarista, ormai stanco e senza stimoli, per questo si ritira da solo in Sud Africa, dove cerca di combattere la depressione incalzante con la sua più grande passione, le immersioni in apnea. Proprio durante una di queste ultime che vede un semplice esemplare di polpo femmina e ciò gli cambia la vita.
Il mio amico in fondo al mare non è un semplice documentario, anzi la vita e le abitudini del polpo risultano quasi una semplice cornice, una casualità con cui il protagonista si scontra mentre cerca nel mare il suo Io. Sono proprio la scoperta casuale di alcune caratteristiche dell’esemplare, come la capacità di mimesi e l’adattabilità all’ambiente che ispirano il Sub nel cercare “paradossalmente” di instaurare un vero e proprio rapporto d’amicizia col “nuovo conoscente marino”. Nonostante l’insolita trama i personaggi si lasciano amare e coinvolgono lo spettatore in un viaggio interiore che colpisce nel profondo.
Scorci stupendi di mare e fondali mozzafiato fanno da sfondo a questa meravigliosa storia documentale che ha dell’incredibile; la voce calda profonda e soffusa del protagonista trascina lo spettatore verso il fondo del mare, in quella che si presenta come una lunga immersione alla scoperta non solo del mondo marino nelle sue forme più naturalistiche, ma anche alla riscoperta degli animi puri, e dei sentimenti profondi, quelli che probabilmente in superficie non si sarebbero mai instaurati.
A nostro personale parere, Il mio amico in fondo al mare rappresenta una vera sorpresa in un genere che spesso risulta destinato solo agli appassionati. Da vedere assolutamente.
Il mio amico in fondo al mare
Regista: Pippa Ehrlich e James Reed
Data di creazione: 2021-04-01 10:52
4
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