Jessica Jones 3, recensione della terza stagione dello show Netflix
La terza stagione della serie tv Jessica Jones è stata rilasciata da Netflix lo scorso 14 giugno. Questa è la nostra recensione.
Creata da Melissa Rosenberg, e co-prodotta da Marvel Television e Netflix, la serie tv Jessica Jones chiude con questa terza stagione. Nel cast Krysten Ritter, Rachael Taylor, Eka Darville, Carrie-Anne Moss e Rebecca De Mornay.
Mentre Jessica Jones cerca di superare la perdita della madre, una psicopatica con poteri uccisa dall’amica/sorella Trish, un nuovo nemico entra nella sua vita. L’esito dello scontro tra l’eroina e questa nuova minaccia (stavolta senza poteri) sembra scontato, ma non sarà così.
Il Commento
Dopo il divorzio produttivo tra Disney/Marvel e Netflix, i fan aspettavano quest’ultima serie di episodi di Jessica Jones per salutare, una volta e per tutte, le avventure dei Defenders sul catalogo del colosso dello streaming. Ma come spesso accade con gli addii, anche questo con l’eroina interpretata da Krysten Ritter ha un sapore agrodolce.
La stagione si apre con una serie di episodi privi di un vero e proprio focus narrativo, dove quei pochi eventi mostrati soffrono un ritmo sceneggiativo blando, ed una palese mancanza di idee. E’ infatti l’evoluzione di Jessica – da giustiziere a eroina – che fa decollare la seconda parte della stagione, con un finale più intenso dedicato al difficile rapporto con Trish, qui alle prese con la gestione dei suoi nuovi poteri.
Le varie sottotrame che fanno da contorno alla storia principale danno il giusto spazio ad alcuni personaggi molto apprezzati dal pubblico nelle scorse stagioni: in particolare siamo lieti che la Rosenberg abbia scelto di approfondire il lato umano di Jeri Hogarth (Carrie-Anne Moss), colpita prima dalla malattia, e successivamente dal riproporsi di un vecchio amore.
Il villain scelto per questa terza stagione è un serial killer privo di scrupoli, maniacale e con un unico obiettivo: fare del male al prossimo. La sua mancanza di poteri sembrerebbe essere un limite per uno show con protagonista una supereroina, ma il personaggio costruito dalla Rosenberg è ben caratterizzato, e magistralmente interpretato da Jeremy Bobb. La sua presenza, inoltre, non è fine a se stessa, e lo si può scoprire negli ultimi episodi dello show.
Ci sono alcuni lati oscuri in questa ultima stagione di Jessica Jones, e molti di questi riguardano, ahinoi, Trish Walker (personaggio noto nei fumetti come Hellcat). Il personaggio non appassiona, e gran parte del “merito” sembra essere della sua interprete (Rachael Taylor). L’attrice si è fatta apprezzare nelle scorse stagioni, divenendo per certi aspetti il valore aggiunto dello show, ma l’evoluzione del suo personaggio in questi ultimi episodi non ha convinto.
Krysten Ritter è ancora una volta bravissima nel dare vita ad una Jessica Jones in costante lotta con i suoi poteri. Il carisma dell’attrice (anche regista di un episodio) è il pilastro su cui si tiene l’intera serie tv, ed in questi ultimi episodi ne abbiamo conferma. La Ritter gestisce splendidamente la doppia vita del supereoe, celando in maniera intelligente limiti e carenze di un personaggio spesso fin troppo stereotipato.
L’ultima volta su Netflix di Jessica Jones non rimarrà di certo nella storia, ma in fin dei conti pregi e difetti di questo show sono sempre stati evidenti. La Rosenberg, a tal proposito, è stata brava a celare, per quanto possibile, i lati oscuri, dando maggior risalto a quelli che possiamo considerare i punti di forza, ovvero la recitazione, la triste ironia della sua protagonista, e la scelta di villain di sostanza più che di presenza.
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