Joker Folie à Deux, recensione del film

Joker: Folie à Deux, recensione del film con Joaquin Phoenix

La recensione di Joker: Folie à Deux, film diretto da Todd Phillips con Joaquin Phoenix, Lady Gaga, Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Steve Coogan.

Detenuto presso l’Arkham State Hospital dopo gli eventi accaduti nel primo film, il comico fallito Arthur Fleck (alias Joker) viene assistito dall’avvocato Maryanne Stewart in attesa del processo che lo vede imputato per l’uccisione di cinque persone con il procuratore distrettuale Harvey Dent che vuole il massimo della pena. Mentre la mente di Arthur è sempre più in bilico tra l’essere se stesso e Joker, nell’istituto fa conoscenza con Harleen “Lee” Quinzel la quale, innamoratasi di lui, lo spinge a tentare la fuga.

Il giorno del processo arriva e i due, spinti anche dalla folla sempre più numerosa accalcata fuori dal tribunale che vede in Joker la figura in cui identificarsi, cercano di far fronte alle accuse mosse da Dent: ma la mente di Arthur è sempre più compromessa e i confini tra Bene e Male si fanno sempre più labili.

Joker: Folie à Deux, il commento

Come si realizza un sequel dopo che il film precedente, realizzato con un budget ristretto, ha conquistato il Leone d’oro a Venezia ed è diventato il film vietato ai minori di 14 anni ad avere incassato di più nella storia del cinema (fino alla venuta di Deadpool & Wolverine quest’anno)? Questa è la domanda che il regista Todd Phillips e il co-sceneggiatore Scott Silver si devono essere posti in fase di pre-produzione di questo Joker: Folie à Deux. E la risposta che devono essersi dati è stata quella di impostare il film come un musical sui generis in cui le parti cantate fungono da metafora ed esternazione di tutto ciò che i due protagonisti non riescono a dirsi con le parole.

Per fare ciò, il regista si riappropria del musical hollywoodiano e lo incupisce, ne scardina i canoni e i connotati pur riprendendone dinamiche e impostazioni (non a caso il film che i detenuti vedono è Spettacolo di varietà). Al centro, ci sono ovviamente Arthur/Joker e Harleen/Harley Quinn sono due solitudini che si incontrano in una società che li ha messi al bando, rinchiusi ad Arkham per essere nascosti da quella folla che alla fine del primo film aveva messo a ferro e fuoco la città vedendo in Joker il grimaldello per attuare quella rivoluzione contro il sistema.

Un dualismo, quello tra i due protagonisti, che si ripercuote anche nella dimensione prettamente diegetica del film: se il personaggio interpretato meravigliosamente da Joaquin Phoenix sembra muoversi continuamente tra l’essere Arthur Fleck e l’apparire come Joker (le sfumature tra essere e apparire non sono mai state così sottili), per il personaggio di Lady Gaga si tratta invece di una trasformazione in divenire: il suo trucco si fa sempre più pesante e accentuato per diventare, alla fine, la vera e propria Harley Quinn.

Ma la dimensione dualistica non si ferma alle sole interpretazioni degli attori: come film musicale (più che di musical vero e proprio a dirla tutta), la dissonanza tra le musiche e le canzoni nelle di fantasia e quelle al limite della cacofonia di Hildur Guðnadóttir assume una connotazione metaforica che si fa sempre più marcata ed evidente a mano a mano che il film procede. Ed è proprio in questo dualismo che sta la vera forza del film, nel suo continuo divagare tra essere e apparire, proprio come Arthur/Joker non consentendo allo spettatore di aggrapparsi a una logica precisa e facendolo sprofondare nello stesso disagio vissuto dal personaggio.

Il tutto serve al regista per approfondire il discorso sulla follia che permea l’individuo e la società in cui esso è inserito: la macchina da presa indugia nei primi e primissimi piani dei due protagonisti come a voler far entrare lo spettatore nelle loro menti, mentre il processo è visto spesso attraverso le inquadrature delle telecamere che lo riprendono in diretta (“That’s an entertainment” viene spesso cantato). Ma la follia genera solo altra follia, e ogni tentativo di Arthur di fuggire – dal manicomio, dalla realtà, da se stesso, dal suo altro Io – è destinato al fallimento.

In conclusione, Joker: Folie à Deux è un film coraggioso per il suo voler essere “contro” i canoni di Hollywood pur facendone parte; ma tutto è a fuoco, bilanciato e ottimamente orchestrato.

Joker: Folie à Deux, recensione del film con Joaquin Phoenix
joker folie a deux recensione

Regista: Todd Phillips

Data di creazione: 2024-10-02 13:51

Valutazione dell'editor
4

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