Vi proponiamo la recensione della quarta parte di La Casa di Carta, avvincente serie spagnola distribuita da Netflix.
Distribuita tramite la piattaforma Netflix a partire dal 3 Aprile 2020, la quarta stagione – o per meglio dire la quarta parte – della serie cult spagnola “La Casa di Carta” riparte da dove si era interrotta con l’ultimo, rocambolesco, episodio della terza.
La banda è ancora nella banca di Spagna, guidata dal geniale professore, e cercherà di uscirne con l’oro e, soprattutto, con la pelle di ogni suo membro ancora intatta. Ci riusciranno?
Siamo ancora intrappolati nell’edificio, Tokyo, Denver e gli altri, gli ostaggi e anche noi. Perché il punto di forza della serie ideata da Alex Pina è il coinvolgimento emotivo dello spettatore, la capacità, della messa in scena e della scrittura, di farlo entrare in empatia con i personaggi. Con questo escamotage non risulta difficile soprassedere alle numerose incongruenze e inverosimiglianze di alcuni snodi narrativi, piuttosto sarà più semplice per noi – come spettatori – essere trasportati dalle vicende e amare, soffrire ed emozionarci assieme a tutti i protagonisti di questa avvincente serie.
I colpi di scena si susseguono praticamente in ogni episodio e non mancano approfondimenti su alcune vicende passate dei personaggi nonché sequenze di azione dall’enorme impatto visivo e girate con pregevole maestria.
L’aspetto tecnico, per quanto di indubbia fattura, non è però il punto di forza maggiore de “La Casa di Carta – parte 4”, quello è individuabile invece nel legame che la scrittura e gli interpreti riescono a creare con i vari protagonisti. Finiamo così per legare emotivamente con i nostri beniamini e per odiare, al contrario, taluni personaggi. Anche quest’ultimo caso però è voluto e funzionale alla narrazione e alla riuscita della serie.
Che dire, le aspettative dei fan non saranno deluse e incrociamo le dita per la prossima, probabilissima, quinta stagione.
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