La legge di Lidia Poët 2 | Recensione della serie tv Netflix
La seconda stagione di La legge di Lidia Poët, la serie tv Netflix con protagonista Matilda De Angelis nei panni della prima avvocato donna in Italia, è stata presentata in anteprima ad Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma.
La serie diretta da Matteo Rovere, Letizia Lamartire e Pippo Mezzapesa, sarà disponibile a partire dal 30 ottobre in esclusiva su Netflix; vi presentiamo la nostra recensione della seconda stagione.
A Lidia (Matilda De Angelis) non è permesso di fare l’avvocato per una legge scritta dagli uomini. Perciò questa volta punta ancora più in alto, vuole cambiare la legge. Mentre continua a collaborare con il fratello Enrico (Pier Luigi Pasino), affrontando nuovi casi e battendosi per i diritti delle donne, vuole convincerlo a candidarsi in Parlamento per far sì che la sua legge trovi finalmente voce. Lidia ha chiuso completamente con l’amore, tanto più con Jacopo (Eduardo Scarpetta), responsabile di aver venduto la villa di famiglia e in rotta di collisione con tutti i Poët.
Ma Jacopo e Lidia sono costretti a rivedersi per condividere, loro malgrado, un’indagine segreta che li riguarda da vicino, riscoprendo la complicità e il divertimento che li lega da sempre. A dare filo da torcere il nuovo Procuratore del Re, Fourneau (Gianmarco Saurino), un uomo delle istituzioni che inaspettatamente tratta Lidia come sua pari, spingendola a interrogarsi sul rapporto complesso e contraddittorio che ha con i sentimenti, e sul costo della rinuncia personale che sta sostenendo in nome dei suoi ideali.
Nei sei nuovi episodi Lidia continuerà a scomporre senza tregua i tasselli di questo mondo costruito dagli uomini per gli uomini, con assoluta genialità, spiazzando l’avversario con intelligenza, ironia e senza mezzi termini, ma non per questo senza mai mettersi in discussione.
La legge di Lidia Poët, il commento
La prima stagione di La legge di Lidia Poët ha ottenuto un ottimo riscontro da parte del pubblico che l’ha premiato con i primi posti nella classifica serie di Netflix e ha vinto il premio per la miglior serie crime ai Nastri d’Argento Grandi Serie 2023. La seconda stagione della serie prodotta da Groelandia di Matteo Rovere, e creata da Guido Iuculano e Davide Orsini, si conferma essere un ottima serie di produzione italiana ispirata ad un personaggio realmente esistito come Lidia Poët, la prima donna a entrare nell’ordine degli avvocati in Italia.
Lidia Poët è una giovane donna “di carattere” così sarebbe definita da quelle persone che non sanno rispondere alle sue parole pungenti e precise, e che dimostrano di non riuscire a reagire difronte alla sua richiesta di diritti egualitari per il sesso femminile.
La seconda stagione de La legge di Lidia Poët ci mostra il cambiamento in corso e le reazioni di chi quegli anni li sta vivendo in prima persona. In prima linea a spingere l’acceleratore c’è la nostra eroina che, non avendo il “potere” di esporsi politicamente in prima persona, verrà rappresentata da suo fratello Enrico, un uomo eccezione tra gli uomini di peso di quella realtà con cui Lidia si scontra spesso per le sue idee.
Le sue idee, cosa hanno di strano? Oggi diremmo nulla, eppure per quei tempi e quella società, non sono visti di buon occhio anche se qualcuno viene affascinato e ammaliato dalle intuizioni e dall’impulsività della donna.
Se nella precedente stagione Lidia deve superare la sua accettazione personale ripercorrendo il suo rapporto con il padre, qui lei deve lavorare per far accettare agli altri la possibilità di essere alla pari. E proprio alla pari viene trattata dal nuovo procuratore del Re, con cui condivide il desiderio di raggiungere la verità anche attraverso l’utilizzo di nuove tecniche di indagini, ma allo stesso lui -come uomo- la spinge a interrogarsi su se stessa, sui suoi rapporti sentimentali e su quanto stia rinunciando a livello personale in nome dei suoi ideali.
Ne La legge di Lidia Poët 2 vi è una accelerata di ritmo nella messa in scena punteggiata sapientemente anche dalla linea sonora che sembra evidenziale il cambiamento della realtà sabauda di quei tempi. Ogni episodio racchiude un caso da difendere e le indagini in corso per il caso presentato nel primo episodio che verrà trascinato narrativamente per tutta la stagione ricordandoci che non tutto è come sembra.
Sicuramente un salto di qualità in questa nuova stagione, visto il grande successo ottenuto con la precedente e, anche se ogni tanto esteticamente si strizza l’occhio alla più famosa serie in costume di Netflix (Bridgerton) regalandoci la sua trama sentimentale, Lidia Poët si svincola riportandoci alla realtà.
Protagonista del cambiamento, Lidia è allo stesso tempo una vittima di se stessa che si lacera internamente tra la battaglia politico-sociale per ottenere diritti egualitari e i suoi sentimenti più profondi e, Matilda De Angelis è la perfetta interprete di questa giovane donna. Ci mostra il suo carattere forte ma allo stesso tempo le sue fragilità che, grazie ad una sapiente scrittura diventano fragilità universali che attraversano il tempo. Ottimi sono gli interepreti maschili che le vengono affiancati: Pier Luigi Pasino, interpreta suo fratello, che in questa stagione si dimostra molto più collaborativo e affezionato alla sorella, avendo come comune nemico Jacopo interpretato da Eduardo Scarpetta.
New entry della serie è Gianmarco Saurino nei panni del nuovo procuratore del Re, a lui il compito di traghettatore sentimentale della nostra protagonista che sarà per il suo personaggio la miccia per il suo cambiamento personale.
La legge di Lidia Poët non si prende troppo sul serio anche se ha momenti di riflessione significativi, il tutto ben calibrato da un ritmo incalzante condito da musica pop che si contrasta con gli abiti e l’austerità ottocentesca. Da quello che abbiamo assistito ben crediamo che Netflix abbia anche pensato ad una terza stagione e, non ci resta che aspettare e assistere alle peripezie della giovane avvocatessa Lidia Poët.
La legge di Lidia Poët 2 è una serie di 6 episodi scritta da Flaminia Gressi, Guido Iuculano e Davide Orsini, diretta da Matteo Rovere, Letizia Lamartire e Pippo Mezzapesa. Prodotta da Matteo Rovere, una produzione Groenlandia, società del Gruppo Banijay, e creata da Guido Iuculano e Davide Orsini.
Nel cast, oltre a Matilda De Angelis nel ruolo della protagonista e a Eduardo Scarpetta in quello del giornalista Jacopo Barberis, tornano Pier Luigi Pasino (Enrico Poët, fratello di Lidia), Sara Lazzaro e Sinéad Thornhill (rispettivamente Teresa Barberis, moglie di Enrico, e Marianna Poët, la loro figlia) e Dario Aita (Andrea Caracciolo). A loro si unisce, in questa nuova stagione, Gianmarco Saurino, nei panni del procuratore Fourneau.
La serie sarà disponibile dal 30 ottobre 2024 su Netflix.
La legge di Lidia Poët 2 | Recensione della serie tv Netflix
Regista: Matteo Rovere, Letizia Lamartire e Pippo Mezzapesa
Data di creazione: 2024-10-26 11:23
Scopri di più da UNIVERSAL MOVIES
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.