Disponibile da giorni su Netflix, La legge di Lidia Poët, la nuova serie italiana interpreta da Matilda De Angelis sta riscuotendo parecchio successo tanto da scalare la classifica delle serie più viste sulla piattaforma.
La legge di Lidia Poët non è la prima serie italiana sulla piattaforma streaming a far breccia negli spettatori, ma è la prima serie a portare in auge un personaggio femminile realmente esistito in un periodo storico in cui le donne non ricevevano lo stesso rispetto professionale rispetto agli uomini. È il caso di Lidia Poët, prima avvocata italiana che ha fatto ricorso alla Corte d’Appello di Torino per poter vedere riconosciuta la sua abilitazione professionale.
La legge di Lidia Poët: sinossi
Torino, fine 1800. Una sentenza della Corte d’Appello di Torino dichiara illegittima l’iscrizione di Lidia Poët (Matilda De Angelis) all’albo degli avvocati, impedendole così di esercitare la professione solo perché donna. Senza un quattrino ma piena di orgoglio, Lidia trova un lavoro presso lo studio legale del fratello Enrico (Pier Luigi Pasino), mentre prepara il ricorso per ribaltare le conclusioni della Corte.
Attraverso uno sguardo che va oltre il suo tempo, Lidia assiste gli indagati ricercando la verità dietro le apparenze e i pregiudizi. Jacopo (Eduardo Scarpetta), un misterioso giornalista e cognato di Lidia, le passa informazioni e la guida nei mondi nascosti di una Torino magniloquente.
Neanche 15 minuti e l’avvocata Lidia Poët viene messa in discussione per la sua abilitazione alla professione dell’avvocatura: una donna non può illudersi di fare lo stesso lavoro svolto dagli uomini. Siamo a fine ottocento, in un’epoca in cui alle donne é consentito fare le educatrici, le operaie, possono studiare medicina e giurisprudenza ma non possono entrare in sala o in tribunale.
Sin dalle prime inquadrature deduciamo che Lidia Poët non è la tipica donna da arredo di quel periodo, bensì è affamata della vita in tutte le sue sfaccettature che mostrano la sua intelligenza, caparbietà e il suo coraggio nella difesa di quei casi che nessun avvocato prenderebbe di sua spontanea volontà. Mentre prepara il ricorso alla Corte d’Appello di Torino per vedere riconosciuta la abilitazione, inizia a collaborare con suo fratello Enrico che, figurerà in tribunale al posto suo.
Ogni episodio de La legge di Lidia Poët ci presenta un caso da difendere mentre l’avvocata prepara il suo ricorso, presentando luci e ombre di una città che sta cambiando e sta tessendo le trame di un’evoluzione silente. Lidia Poët rappresenta il cambiamento in una società ancora maschilista, e lo fa con le stesse armi degli uomini, mostrando che anche una donna può sfidare l’austerità di luoghi di potere percorsi unicamente dagli uomini.
La legge di Lidia Poët non è solamente un period drama con una protagonista femminile, ma è anche un crime ben scritto che nulla lascia al caso, anche i diversi toni utilizzati nella sua narrazione.
Un’avvocata detective che sa anche utilizzare astuzia per portar avanti ciò in cui crede fermamente. Merito di una scrittura ben precisa che sa destreggiarsi con i diversi toni della storia messa in scena, portando in scena tematiche contemporanee ben inserendone nella temporalità narrativa.
Lidia Poët non difende unicamente donne ma difende battaglie che fino ad allora erano rimaste inascoltate. Apparentemente potrebbe sembrare una donna del 2023 che vive a fine ottocento, e questo sbalzo temporale e narrativo, incuriosire lo spettatore ma quello che più sta affascinando lo spettatore è il linguaggio utilizzato per questa produzione italiana ispirata ad un personaggio realmente esistito.
La legge di Lidia Poët conferma che le produzioni italiane sono in grado di creare una narrazione competitiva per il mercato internazionale senza dover scomodare temi come la mafia, la criminalità o le avventure estive adolescenziali. Una serie che fa ben sperare nel futuro nella serialità italiana.
La legge di Lidia Poët, la serie in 6 episodi, è diretta da Matteo Rovere e Letizia Lamartire e scritta da Guido Iuculano, Davide Orsini, Elisa Dondi, Daniela Gambaro e Paolo Piccirillo; prodotta da Matteo Rovere, una produzione Groenlandia, e creata da Guido Iuculano e Davide Orsini. Ora disponibile su Netflix.
La legge di Lidia Poët
Data di creazione: 2023-02-26 20:20
3.5
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