La recensione del quarto episodio di The Orville 2
Abbiamo visto il quarto episodio della seconda stagione di The Orville, la serie sci-fi creata da Seth MacFarlane. Ecco il nostro commento.
Lei può uccidere con un sorriso, può ferire con i suoi occhi – Lei può rovinare la tua fede con le sue menzogne casuali – E lei rivela solo ciò che vuole che tu veda – Si nasconde come una bambina, ma lei resta sempre una donna per me.
Così inizia una canzone di Billy Joel del 1977 intitolata She’s Always a Woman to Me, un brano che possiamo considerare la chiave del 4° capitolo di The Orville 2, intitolato “Sulla Terra non resteranno altro che i pesci”.
In effetti questa canzone viene usata come colonna sonora in una breve parentesi dell’episodio, tra l’altro diviso in due sottotrame: la prima dedicata al Capitano Ed Mercer, molto più intima e drammatica, la seconda più focalizzata sul Timoniere Gordon Malloy, molto più scanzonata e divertente, utile comunque per creare brevi e graditi siparietti di leggerezza in un ambito carico di sofferenza.
Il tessuto narrativo di questo quarto capitolo è maggiormente incentrato sul rapporto tra il Capitano e sulla sua nuova compagna, il Tenente Cartografo Janel Tyler, interpretato da una affascinante Michaela McManus. Un rapporto ancora in embrione il loro, ma che sembrerebbe voler maturare molto velocemente, visto il notevole affiatamento esistente tra i due. In alcune situazioni, le vicissitudini dei due principali soggetti della trama possono riportare alla mente uno stupendo film di fantascienza del 1986 intitolato Il Mio Nemico (Emeny Mine), diretto da Wolfang Petersen.
Ora probabilmente vi chiederete: ma legami e richiami all’Universo Star Trek ce ne sono? Del resto è normale dovercelo aspettare! Ebbene si, ci sono! E non bisogna andare troppo indietro nel tempo per scovarli, certamente molti fan saranno in grado di percepirli, pertanto qui non ne faremo menzione, e ciò per evitare sgraditi spoiler.
Una cosa però la vogliamo dire: forse un po’ più di fantasia da parte degli autori, almeno nei nomi, sarebbe stata opportuna.
In conclusione, a parte questa piccola defaillance (se vogliamo definirla tale), l’episodio è nel complesso gradevole, ben scritto, e con un messaggio che vuole essere un chiaro invito alla tolleranza, alla comprensione e all’accettazione del diverso, qualsiasi sia la natura della diversità.
Scopri di più da UNIVERSAL MOVIES
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.