La recensione della prima stagione di Titans, la serie distribuita su Netflix
Netflix ha rilasciato Titans, la serie tv in live action creata per DC Universe, la nuova piattaforma televisiva creata da Warner Bros. Questa è la recensione della prima stagione.
Gli amanti dei fumetti DC Comics conoscono benissimo i Teen Titans, ma per coloro che hanno meno dimistichezza col genere, basti solo pensare che al centro della trama di questo show figurano quattro giovani supereroi in cerca di risposte in merito al loro posto nel mondo.
La Recensione
Distribuito negli Usa in occasione del lancio di DC Universe, la nuova piattaforma di streaming di proprietà Warner Bros, Titans si è da subito presentato ai fan come un prodotto maturo, dai toni dark, e con quell’aria da grossa produzione che da sempre è mancata agli show televisivi DC Comics. Ma la promozione dello show per certi aspetti è sembrato un classico “specchietto per le allodole“.
Gli undici episodi della prima stagione rappresentano senza ombra di dubbio un grosso passo in avanti per il genere legato ai prodotti DC Comics, ma la strada da percorrere per raggiungere la concorrenza (Daredevil, The Punisher etc) sembra ancora lunga. Titans ha il pregio di mettere in risalto l’ottima caratterizzazione dei suoi singoli protagonisti, Robin su tutti, ma nello stesso tempo difetta quando cerca di tessere una tela narrativa capace di avviare quel nuovo franchise televisivo sperato da Warner Bros. Television. Il potenziale che Titans sprigiona è indiscusso, ma il più delle volte risulta vanificato da una certa superficialità nell’adattare il materiale originale al piccolo schermo.
La serialità degli episodi fa spesso storcere il naso, ed il motivo va ricercato nella difficoltà della sceneggiatura di seguire una narrazione lineare. Si procede per flashback, salti temporali, e sotto-trame che poco hanno a che fare con lo sviluppo della trama centrale.
Fa piacere godere della presenza di molti altri personaggi noti al mondo dei fumetti DC Comics, ma il modo con cui questi vengono incastrati nella sceneggiatura non è proprio da considerare ottimale. A tal proposito, Hawk e Dove ricevono uno spazio importante nel corso della prima stagione, senza però mai essere determinanti nel computo della storia. Magari la seconda stagione riuscirà a colmare tale limite.
L’aspetto estetico è da lodare. A parte in qualche occasione, Titans regala un buon intrattenimento anche grazie agli ottimi effetti visivi utilizzati dalla produzione. Non a caso per il lancio di DC Universe si è scelto di stanziare un budget considerevole per ogni singola serie tv, in maniera tale da ottenere un prodotto – da questo punto di vista – superiore alla media.
La scelta del cast è quanto mai azzeccata. Brenton Thwaites è da considerare un ottimo Robin, anche se forse quel viso da ragazzino sembra fare a pugni col background del personaggio. Teagan Croft, che interpreta Raven, ha uno sguardo che buca lo schermo, e riesce il più delle volte a dimostrare di meritare spazio maggiore. Non tradiscono le attese neppure Anna Diop e Ryan Potter, rispettivamente nei panni Starfire e Beast Boy. Il resto degli attori è solo contorno.
Durante la prima stagione di Titans, inoltre, sono stati introdotti anche i membri della Doom Patrol, i quali hanno da tempo ottenuto una serie personale. Una scelta intelligente da parte dei produttori questa, che di certo potrà dare il via ad un franchise televisivo molto più ampio.
La seconda stagione di Titans è stata confermata, non resta pertanto che attendere i nuovi episodi, e sperare che i difetti riscontrati possano solo divenire un ricordo.
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2 thoughts on “La recensione della prima stagione di Titans, la serie distribuita su Netflix”
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allora a mio parere la tua recensione è abbastanza sintetica e no sono d’accordo su alcune cose : infatti a mio parere rachel ( o raven , il mio personaggio preferito ) ha un sacco di spazio nella serie ed è essenziale affinché la trama principale continui …. piuttosto ho trovato abbastanza inutile gar che si può trasformare solo in una tigre…
Ma guarda, personalmente odio le recensioni che raccontano troppo di un prodotto cinematografico (o televisivo come in questo caso) Credo che limitarsi a giudicare l’aspetto tecnico e quello artistico sia la giusta scelta, anche perché non bisogna mai limitare la curiosità del lettore che è intenzionato a seguire quello stesso prodotto. Noi abbiamo il dovere di indirizzare (o non) il lettore verso la visione, non di raccontarne gli eventi. Detto questo, credo che la seconda stagione possa avere il potenziale per convincere lo scetticismo legato a questi primi episodi. Grazie e continua a seguirci xd