Purtroppo siamo arrivati all’epilogo finale della prima stagione di Star Trek: Discovery con l’episodio 15, intitolato Mi prenderai per mano?, diretto da Akiva Goldsman e sceneggiato dallo stesso Goldsman insieme a Gretchen J. Berg e Aaron Harberts, ovvero tutto il gotha dello show in azione ed il risultato si è visto… eccome se si è visto!
Una conclusione a nostro avviso degna di una stagione in crescita continua, sia in termini di suspense che nei collegamenti e riferimenti al canone a cui, doverosamente, una serie targata Star Trek deve essere saldamente ancorata.
Nella precedente puntata, intitolata La Guerra Fuori, la Guerra Dentro, avevamo ipotizzato che la chiave di lettura del tutto fosse l’episodio della serie classica intitolato Il Duplicato, in cui, a causa di un guasto del teletrasporto, Kirk viene scisso in due esseri opposti, uno buono ed insicuro e l’altro malvagio e determinato. Una situazione che porta il logico Sig. Spock a riflettere su cosa possa rendere un uomo un leader eccezionale. E’ forse il suo lato malvagio, se adeguatamente controllato e disciplinato, a renderlo forte e reattivo?
Ecco perciò la scelta di Philippa Georgiou Augustus Iaponius Centarius al comando della USS Discovery per una missione dura e forse suicida. Quindi una reazione forte e necessariamente distruttiva può, anzi, deve essere la conclusione finale di una guerra sino ad adesso cruenta, atroce e devastante? E invece NO!
Discovery ci ha fatto soffrire ed arrabbiare, ci ha destabilizzati e sorpresi, tenendoci sul filo del rasoio per ben 15 settimane, ed anche in questo ultimo episodio le sorprese non mancano. La conclusione che immaginavamo fosse la più probabile in realtà non lo è. Un gran lavoro da parte della Burnham, questa volta supportata da tutto l’equipaggio, troverà una soluzione più in linea con l’utopia “Roddenberryana“, in cui le pedine principali sono personaggi che forse non ci aspettavamo potessero esserlo.
Insomma, questo ultimo capitolo è una grande opera di preparazione alla prossima stagione, un episodio dalle tante domande e dalle poche risposte, ma che sa creare grande ansia per una lunga attesa, puntando sapientemente sulla nostra “saudade”, con l’obiettivo di “trafiggere” piacevolmente il nostro cuore di trekker con qualcosa di molto familiare. Bisogna ammettere anche un po’ furbamente ed in maniera “leggermente” ruffiana…. Ma va bene così……. Del resto è forse quello che per settimane molti di noi volevano. Una sorpresa che, in fin dei conti, dovevamo aspettarci perché da tempo anticipata.
Come e perché lo scoprirete solo vedendo Mi prenderai per mano?
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