La Recensione di I Primitivi, il film d’animazione di Nick Park
Abbiamo visto in anteprima nazionale I Primitivi, il nuovo film d’animazione diretto dal premio Oscar Nick Park. Questa è la nostra recensione.
Siamo nella Preistoria, precisamente nell’era Neo-Pleistocene dove, tra creature preistoriche e natura incontaminata, la vita del cavernicolo Dag (Riccardo Scamarcio) scorre in maniera molto tranquilla insieme alla sua bizzarra e unita tribù. La serenità e la tranquillità dell’Età della Pietra, però viene improvvisamente stravolta dall’arrivo dell’Età del Bronzo portata dal perfido Lord Nooth (Salvatore Esposito). Quello del Genny Savastano di Gomorra è il classico villain da film d’animazione e lui stesso descrive così il suo personaggio:
“Volevano un personaggio vichingo nell’Età della Pietra, e l’ho interpretato con lingue e dialetti diversi. È stata la mia prima esperienza nel doppiaggio, Lord Nooth è il cattivo del film, ha il denaro e il bronzo come ambizioni e va oltre le regole per ottenere ciò che vuole… anche quelle del calcio”.
Lo scontro tra queste civiltà per il dominio del pianeta prende forma di una partita di calcio, sport del tutto sconosciuto al bizzarro e scoordinato gruppo dei primitivi, al contrario dei nemici “evoluti”, già maestri in campo grazie a Dribblo (Alessandro Florenzi). A tal proposito riportiamo un’altra dichiarazione di Esposito:
“Ho apprezzato che si parlasse di calcio, una delle cose che amo di più insieme alla recitazione. Qui, poi, tutto è traslato, i valori che sono alla base del calcio sono gli stessi di tutti gli sport. Grazie a questo, si scopre qualcosa in più della realtà di tutti i giorni.”
Contro ogni probabilità di vittoria, e schierandosi contro il parere del prudente, tradizionalista e saggio Barbo (Corrado Guzzanti), Dag insegnerà l’arte del calcio ai membri più strani del suo villaggio, Grullo (Greg), Gordo (Chef Rubio) su tutti. Ad aiutare il primitivo l’energica Ginna (Paola Cortellesi), ragazza appartenente al mondo degli evoluti dell’Età del Bronzo alla quale non viene permesso di giocare a calcio in quanto donna. L’allenamento, svolto tra vulcani ribollenti, papere giganti, geyser fumanti e canyon rocciosi, porterà il gruppo di primitivi a superare i propri limiti e a credere in sé stessi.
Come sottolineato anche i doppiatori durante la presentazione italiana, il messaggio nascosto nel cartoon è la cosa più importante: “I Primitivi è un film che insegna il gioco di squadra e l’essere uniti può portare lontano” (Paola Cortellesi) – “Col l’utilizzo del calcio questo messaggio può arrivare a tutti”(Salvatore Esposito).
I Primitivi non è il classico cartone animato con il quale ciascuno di noi è cresciuto, il regista Nick Park, lo stesso di Galline in fuga, difatti utilizza da sempre la tecnica della CLAY-ANIMATION, dando vita ai suoi personaggi con il semplice utilizzo della plastilina. Questa tecnica, tanto innovativa quanto complicata, permette di creare effetti speciali fantasiosi, e spesso per nulla meno realistici di quella utilizzati dai colossi del settore come Disney e DreamWorks Animation.
Tecnica a parte, Nick Park con questo suo nuovo lavoro abbraccia una satira che tende ad essere un omaggio a quello che è il vero e proprio gioco del calcio, visto però con con un spirito “cavernicolo”. La costruzione della storia e dei protagonisti è piuttosto lineare, ma la forza della satira puramente britannica riesce a strappare diverse risate, adattissimo per qualsiasi età.
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