Una volta un certo signore cantava: “Prendi una donna, trattala male…“, ma poi arrivò Eli Roth e cambio letteralmente le carte in tavola, egli infatti mise l’uomo nella condizione di diventare il gioco perverso e doloroso di due, troppo “maligne”, donne; questa è la storia, per sommi capi, di Knock Knock.
Rinviato una miriade di volte, il nuovo thriller diretto da Eli Roth a quanto pare non sembra aver trovato spazio nel nostro mercato, ma questo non significa che non debba essere comunque apprezzato dal popolo italico.
La Trama:
Un padre di famiglia amorevole ed un marito innamorato, questo è il personaggio interpretato da Keanu Reeves, ma ciò che succede nel primo giorno di un weekend passato da solo in casa, ha dell’incredibile. Sotto una pioggia scrosciante, due ragazze bussano alla sua porta nel cuore della notte completamente bagnate, egli allora le accoglie in casa e da loro la possibilità di ripararsi, non l’avesse mai fatto…. le due ragazze fanno di tutto per sedurlo e, dopo una resistenza clamorosa, il buon marito crolla. All’indomani del focoso atto sessuale a tre, però le due ragazze si rivelano il suo peggior incubo: gli distruggono casa, quadri, le opere d’arte della moglie e lo feriscono quasi a morte, minacciandolo tra l’altro di denunciarlo per averle violentate (chiaramente noi sappiamo che non è così).
Dimenticato il mezzo flop (sia per il pubblico che per la critica) The Green Inferno, Eli Roth torna a dirigere un remake degli anni mitici del cinema mondiale (Death Game), un vero e proprio regalo al sesso femminile, stanco forse di far sempre la parte della povera vittima.
Knock Knock, diciamocela tutta, sarà ricordato nel tempo solo per la bellezza delle due protagoniste interpretate da Lorenza Izzo (la compagna di Roth) e Ana de Armas, stiamo infatti parlando di un film fine a se stesso dove la sceneggiatura non può far altro che scorrere fino alla fine e far contenti coloro che sperano che tutto finisca in fretta.
Insomma Knock Knock delude sotto quasi tutti i punti di vista, nonostante le buone premesse mostrate nei primi minuti; le gag fin troppo costruite e la marea di clichè piazzati qua e la appesantiscono la già scadente qualità di un film che avrebbe dovuto rialzare la carriera di Eli Roth.
Le due attrici (la Izzo e la de Armas), per quanto belle e piacenti, non possono tenere sulle spalle il fardello di un ruolo così difficile, mentre per il protagonista (povero Keanu) un altro ruolo da dimenticare in una carriera fin troppo discontinua, dove l’apice raggiunto con la trilogia Matrix sembra avergli dato alla testa.
Un vero peccato, Eli Roth in pochi anni ha contribuito con film così scadenti a dilapidare (in chiave di regia, ma anche in quella di produttore) la maggior parte dei pareri positivi ricevuti durante i primi anni della sua carriera, insomma quando un certo Hostel terrorizzata il mondo.
Il Nostro Voto è 5.0
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