Land of Mine

La recensione di Land of mine, l’intenso film diretto da Martin Zandvliet

Gli effetti della seconda guerra mondiale sono ancora vivi nelle nostri menti anche grazie ai film dedicati a quelle tragiche vicende, Martin Zandvliet sceglie di far emergere dalle pagine di storia la drammatica vicenda di un gruppo di ragazzi tedeschi “prigionieri di guerra” col compito di sminare le coste danesi.

Land of Mine
Land of Mine

Dei ragazzi hanno il compito di ripulire le spiagge danesi da tutte le mine piazzate dall’esercito tedesco durante il secondo conflitto, rischiando la vita pur di ripulire le sabbie danesi dai mortali ordigni nascosti sotto terra, espiando così colpe che appartenevano al Paese e non alle sue persone.

Nell’immaginario comune i cattivi sono sempre stati i nazisti, uomini spregevoli colpevoli del genocidio di una popolazione, ma una volta finita la guerra, sconfitti, sono passati dalla parte delle vittime e hanno dovuto accettare le conseguenze delle loro azioni e raccogliere l’odio che hanno sparso nei territori occupati. Così é avvenuto in Danimarca, una nazione che ha subito 5 anni di occupazione nazista e nel 1945, approfittando di un cavillo legale, attua la sua vendetta personale sfruttando i giovani militari tedeschi, raggirando la convenzione di Ginevra.

Land of Mine
Land of Mine

I 14 ragazzi tedeschi  “Land of mine” hanno l’aria confusa, alcuni di loro non hanno mai imbracciato un’arma, sognano la propria terra e il futuro e allo stesso tempo sono spaventati ed invocano la propria mamma, ma la loro giovane età non intenerirà il sergente Leopold Rasmussen (Roland Møller). Finita la guerra inizia una nuova battaglia alla sopravivvenza che ci tiene col fiato sospeso fino ai titoli di coda, non tutti i ragazzi il giorno dopo ritorneranno in spiaggia a scavare sotto la sabbia.

Il sergente Rasmussen manifesta il suo disprezzo per i ragazzi tedeschi, non li risparmia dalla fatica, anche se il suo lato più umano si mostrerà per un breve lasso di tempo per poi ritornare all’avarizia della parola in un secondo, lo stesso che serve ad una mina per esplodere.

Zandvliet alimenta la tensione e l’angoscia dello spettatore alternando campi lunghi che ci mostrano anche la bellezza naturale della spiaggia a primi piani strettissimi sui volti dei giovani soldati, cercando quasi di farci penetrare nel loro sguardo innocente.

Il nostro pare: 7 e 1/2
Seppur la storia presenta un’impostazione accademica, Zandvliet riesce a rielaborare le situazioni tipiche del cinema di guerra portando alla luce episodi non molto conosciuti, e capovolgendo i ruoli tra buoni e cattivi.

“Land of mine- Sotto la sabbia” uscirà nelle sale italiane il 24 marzo, distribuito da Notorius Pictures, inoltre il ricavato del primo giorno di programmazione sarà devoluto ad Emergency per sostenere gli ospedali per le vittime di guerra presenti in Afghanistan.


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