Edhel (recensione)

La Recensione di Edhel, il film diretto da Marco Renda

Abbiamo visto Edhel, il film di stampo indipendente diretto dal regista Marco Renda, capace di ben figurare al Los Angeles Film Awards ed al recente Giffoni Experience. Questa è la nostra recensione.

Il film è stato realizzato in poco più di 2 settimane di riprese, riscuotendo un discreto successo di critica al Giffoni Film Festival ed è stato premiato al Los Angeles Film Awards come miglior film indipendente, come miglior cast e come miglior regia.

Sono narrate le vicende dell’adolescente Edhel (la dodicenne Gaia Forte), da poco orfana di padre e con un rapporto conflittuale con la mamma Ginevra (Roberta Mattei). La protagonista ha un difetto ai padiglioni auricolari che le conferiscono l’aspetto di un Elfo. La ragazza, vittima di scherzi e di intolleranza da parte della totalità dei suoi compagni di classe, è solita andare in giro con la testa coperta dai vistosi cappucci delle sue felpe. Gli unici momenti felici sembrano essere quelli passati in groppa a Caronte, il cavallo che le fa ricordare il padre a cui era molto legata – L’unico che mi difendeva – dice Edhel nel film. L’incontro con il bidello Silvano (Nicolò Ernesto Alaimo) aiuterà la piccola a credere più in se stessa e la avvicinerà ad un mondo fatto di magia e fate dei boschi.

Bella la fotografia. Bravi la Mattei e Mariano Rigillo (proprietario del maneggio frequentato da Edhel). Buona la storia, anche se magari più indicata per un “corto”. Marco Renda, alla prima regia, dà dimostrazione di sapersi muovere con discreta disinvoltura ed affrontando in modo corretto i problemi adolescenziali di una protagonista “diversa”. Gaia Forte riesce a riempire lo schermo con dei primi piani di tutto rispetto ma, purtroppo, la sua recitazione risulta essere molto acerba. Male Alaimo: difetta nella recitazione e purtroppo il personaggio che gli è stato assegnato risulta essere uno stereotipo del NERD fin troppo colorito nella sua eccezione.

Siamo contenti, nonostante alcuni difetti della pellicola, che il genere fantasy sia stato affrontato in Italia, e che sia riuscito a far parlare di se in alcune manifestazioni cinematografiche di valore. Magari questo prodotto “artigianale” riuscirà a incuriosire produzioni nostrane più di spessore, dando la possibilità a registi, come lo stesso Renda, di affrontare un genere apprezzato in ambito internazionale. Del resto siamo il paese in cui un piccolo progetto – ben fatto – come quello delle Winx è riuscito a dichiarare guerra, vincendola, al mondo delle W.I.T.C.H. del colosso Disney.


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