La vita accanto, recensione del film di Marco Tullio Giordana
Dopo quasi sette anni di assenza dalle sale cinematografiche, Marco Tullio Giordana presenta sul grande schermo La Vita Accanto, liberamente ispirato al romanzo omonimo di Mariapia Veladiano. Vi presentiamo la nostra recensione.
Ispirato all’omonimo romanzo di successo di Mariapia Veladiano, “La vita accanto” (Einaudi, 2010), il film di Marco Tullio Giordana è ambientato a Vicenza negli anni compresi fra l’Ottanta e il Duemila.
Il film racconta di una ricca e influente famiglia vicentina composta da Maria (Valentina Bellè), dal marito Osvaldo (Paolo Pierobon) e dalla gemella di quest’ultimo, Erminia (Sonia Bergamasco), celeberrima pianista. Dopo anni di tentativi, Maria mette finalmente al mondo Rebecca, attesa con grandi aspettative. Ma la neonata, per il resto normalissima e anche molto bella, presenta una vistosa macchia purpurea che copre metà del viso.
Questa difformità diventa per Maria un’ossessione tale da rifiutare l’istinto stesso di madre. L’adolescenza di Rebecca (Beatrice Barison) sarebbe segnata dalla vergogna e dall’isolamento se fin da piccola non rivelasse invece straordinarie doti musicali. Saranno queste a liberarla dalle fissazioni famigliari e dai segreti che queste nascondono.
La vita accanto, il commento
Il pioniere cinematografico delle vicende storiche firma una pellicola totalmente distante dal suo genere, approcciandosi ad un linguaggio filmico composto da scene e inquadrature slegate, mirate a marcare lo stato confusionale di Maria. La “narrazione Bellocchiana“, che si denota all’interno della sua arte di rievocare fantasmi, si sposa in maniera perfetta con lo stile soprannaturale nativo di Giordana, il quale cerca di raccontare qualcosa di reale, anche se di reale non c’è nulla.
L’utilizzo di inquadrature grandangolari e la mancanza di campo – controcampo, portano lo spettatore a concentrarsi sulla totalità dei personaggi, captando la comune infelicità che si racchiude all’interno di mura alte, sormontate da lussuosi affreschi, definendo così una dolorosa dimensione dove i personaggi sono costretti a vivere. La scelta di una fotografia cupa e quasi desaturata e di scenografie scure sottolineano il perenne smarrimento dei personaggi condannati a vivere all’interno di un peccato originale del quale Rebecca si è fatta portatrice.
Una storia sfocata raccontata da un documentarista sottolinea la volontà di raccontare l’assenza di verità nel modo più naturale possibile.
La vita accanto, regia di Marco Tullio Giordana, è attualmente nelle sale cinematografiche distribuito da 01 Distribution.
La vita accanto: dal libro al film, la nostra recensione
Regista: Marco Tullio Giordana
Data di creazione: 2024-09-11 09:35
3.5
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