Lady J è il nuovo film disponibile da marzo 2019 nel catalogo Netflix. Liberamente tratto dal romanzo di Denis Diderot e realizzato da Emmanuel Mouret, vi proponiamo di seguito la nostra recensione.
Madame de La Pommeraye è una giovane donna bella e colta, rimasta vedova troppo presto e desiderata da molti uomini. Tra questi vi è il Marchese des Arcis, noto nell’ambiente dell’aristocrazia parigina per il suo spirito libertino e per essere un corteggiatore instancabile. In coerenza con la sua indole, il Marchese seduce e abbandona la giovane vedova, la quale umiliata e offesa, decide di pianificare la giusta vendetta.
RECENSIONE
Per realizzare il suo film, il regista Emmanuel Mouret si ispira ad un famoso romanzo folosofico di Denis Diderot, intitolato Jacques il fatalista e il suo padrone, pubblicato per la prima volta nel 1796. Il romanzo è scritto in forma di dialogo, in cui due personaggi, durante un lungo viaggio, si ritrovano a discutere su vari temi quali la religione, la società, la morale, la sessualità, ecc.. Questa forma di dialogo filosofico ritorna anche nel film, risultando a tratti difficile e poco scorrevole.
L’origine francese del film è evidente nelle lunghe inquadrature di un unico ambiente in cui il tempo è scandito dalle lunghe conversazioni tra la Marchesa e il suo amante, che affrontano argomenti diversi, regalandoci uno spaccato della cultura francese del settecento: il ruolo della donna all’interno della società, le tradizioni e le usanze dell’alta aristocrazia, la moda dell’epoca.
La prima parte del film è strutturata esclusivamente sul loro rapporto, e la vicenda della protagonista ci ricorda, per alcune caratteristiche, la contessa Livia Serpieri di Senso, il celebre film drammatico intriso di storia realizzato dal regista del realismo italiano Luchino Visconti. La seconda, molto più movimentata e intrigante, è incentrata sulla vendetta della vedova.
Madame de la Pommeraye è interpretata da Cécile De France, di cui apprezziamo la sua buona immedesimazione nella donna colta e intelligente, che organizza un piano a dir poco malefico per vendicarsi del suo traditore. Edouard Baer è il Marchese des Arcis, che colpisce più per le sue doti di ottimo intrattenitore e accompagnatore che per la sua bellezza esteriore. Le emozioni che accompagnano i due personaggi, soprattutto quelle che emergono dallo stato d’animo della colta vedova, sono ben amplificate dalle note delle Quattro Stagioni di Vivaldi e dal repertorio di musica classica che risuonava nelle ville d’epoca.
Lady J è un film colto, ben organizzato nelle scenografie, nei costumi e nella sceneggiatura che ci rimanda indietro nel tempo, ma che resta contemporaneo perché esplora il lato oscuro dell’amore: un’amore ferito e deluso, che spinge l’uomo alla vendetta, non cruenta, ma basata sulla legge “occhio per occhio, dente per dente”. Tuttavia può risultare lento e poco scorrevole rispetto ad uno spettatore abituato oramai alla velocità, all’azione, alla banalità dei dialoghi e a tutte le altre caratteristiche dei numerosi film blockbuster che popolano il cinema contemporaneo.
Scopri di più da UNIVERSAL MOVIES
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.