L’Albero del Sangue è il nuovo film drammatico disponibile sulla piattaforma Netflix, diretto da Julio Medem, con Angela Molina e Ursula Corbero. Questa è la recensione.
Marc e Rebeca sono una giovane coppia che decide di trascorrere alcuni giorni presso un vecchio casolare di famiglia, immerso nella quiete e nel silenzio della campagna spagnola, tra alberi secolari e mandrie di tori. Lo scopo dei due innamorati è quello di scrivere un romanzo che racconta la loro infanzia, partendo dalle vicende dei loro genitori fino al momento del loro primo incontro. Ma durante la stesura del proprio racconto ecco che iniziano ad affiorare i ricordi e le scomode verità, che Marc e Rebeca saranno costretti ad affrontare per concludere la loro storia.
RECENSIONE
L’Albero del Sangue è il nuovo thriller nato dalla mente di Julio Medem, regista e sceneggiatore di altri quattro film tra cui Ma Ma – Tutto Andrà Bene, con la splendida Penelope Cruz, e già vincitore del premio Goya per Room in Rome (2011).
Ne L’Albero del Sangue, Julio Medem si cimenta in un genere cinematografico che gli spagnoli conoscono bene, e che noi italiani abbiamo imparato ad apprezzare per quell’immancabile effetto sorpresa proprio di ogni film nato e prodotto nella terra dei tori.
A nostro avviso, il film si contraddistingue per due fattori: la ritmica veloce che alterna vari piani narrativi, necessari per dare vita a tutte le vicende di tre generazioni, e l’abbondanza di simboli come l’albero, il toro, la luna. Tutti questi elementi costruiscono un prodotto cinematografico complesso, difficile e a tratti barocco.
L’eterogeneo cast del film si compone di nomi più o meno conosciuti, come quello di Angela Molina, che abbiamo già potuto apprezzare in numerosi film, tra cui Baarìa (nel ruolo dell’adulta Sarina) e La Sconosciuta, due grandi film di successo, nati entrambi dal genio di Giuseppe Tornatore. Tuttavia, nel film di Julio Medem, l’attrice ispanica assume semplicemente un ruolo marginale, ma la sua interpretazione e la sua ottima capacità di immedesimazione riescono comunque ad emergere con forza.
Il giovane Marc è interpretato dall’attore barcellonese Alvaro Cervantes, classe 1989, mentre la sua compagna filmica – Rebeca – è Ursula Corbero, giovane attrice alle prese con il suo terzo film. La loro performance, sia come giovane coppia di innamorati che come vittima e/o carnefice risulta a tratti grottesca e poco veritiera. La loro narrazione riporta in vita tanti altri personaggi che popolano le scene de L’Albero del Sangue e di cui, con non poca fatica, tentiamo di ricostruire i legami che tra di essi intercorrono.
Ed è proprio la narrazione il punto debole del film di Julio Medem: un racconto nel racconto, fatto di tanti – troppi – episodi legati l’uno con l’altro, come una lunga catena di eventi che tuttavia appaiono poco chiari. Volendo usare un eufemismo, la lettura del celebre libro persiano Le Mille e una Notte per alcuni potrebbe risultare più scorrevole.
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