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Le Fidèle, la recensione del film diretto da Michael R. Roskam

Esce domani nelle sale italiane Le Fidèle, pellicola di produzione e scenografia belga, tratto da una storia vera, accaduta negli Anni Novanta. Questa è la nostra recensione.

IL FILM

Diretto Michael R. Roskam, il film ha come protagonisti la bella e brava Adéle Exarchopoulos e Matthias Schoenaerts, molto popolare nel sottovalutato mondo del cinema fiammingo.

Fra Bibi, rampolla di una facoltosa famiglia di Bruxelles e Gigi, tra i più noti rapinatori della città, scoppia rapidamente un amore travolgente. Tra i problemi di salute di lei ed i continui guai con la giustizia di lui, i due dovranno superare un’incredibile quantità di avversità per rimanere uniti. 

LA RECENSIONE

Se per il prossimo fine settimana siete in cerca di un film non facile, non leggero, nè tantomeno commerciale ma, al contrario, di una storia potente, che vi farà riflettere per ore, Le Fidèle fa senza dubbio al caso vostro. Una produzione interamente belga, con una trama che potrebbe sembrare poco originale solo ad un occhio superficiale, ma che in realtà nasconde molta innovazione. 

Le Fidèle infatti è distante anni luce da classico gangster movie con il criminale bonazzo e la pupa da sballo che alternano scintille sotto le lenzuola a vigorose sparatorie con la polizia. Insomma, se cercate un film tipo Caccia Mortale, con Dolph Lundgren, rimarrete molto delusi. Il prodotto belga è molto più profondo e originale, riuscendo a mescolare l’aspetto della storia d’amore con quello della criminalità senza scendere a patti con i consueti cliché visti e rivisti. 

Molto del merito, dobbiamo dirlo, è dei due protagonisti, entrambi bravissimi. La prova della giovane e affascinante Adéle Exarchopoulos, nota al grande pubblico per il pluripremiato La Vita di Adele, è da oscar, veramente sensazionale. L’attrice parigina riesce infatti ad interpretare con incredibile coinvolgimento uno dei migliori personaggi femminili degli ultimi anni, ricco di complessità e contraddizioni.

Non è da meno il “main character maschile”, interpretato un attore per ora noto solo nei confini nazionali belgi, ma bravissimo, come Matthias Shoenaerts, nei panni di un rapinatore sempre in bilico tra il sincero amore per la sua Bibi e la fedeltà alla sua vecchia vita, fatta di crimine, rapine e amicizie vere, ma ben poco raccomandabili. 

Il film dura oltre due ore ma, pur non trattandosi di una pellicola prettamente “action”, il ritmo è buono e non ci si annoia mai. La parte finale della proiezione, gli ultimi 45 minuti, è quella in cui la potentissima storia alla base di questo prodotto si dispiega in tutta la sua forza brutale, lasciando lo spettatore con molti spunti di riflessione. 

Infine, menzione d’onore per la scenografia, ambientata tra Bruxelles e le verdeggianti campagne delle fiandre, tra cielo plumbeo e bilinguismo imperante. Un’ambientazione insolita e originale, che aggiunge ulteriore personalità ad un film da vedere assolutamente


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