La leggendaria coppia formata da Bud Spencer e Terence Hill
Ci sono attori che accompagnano le vite dei singoli spettatori. Ci sono saghe cinematografiche, serie di film o franchise che rimangono indelebilmente impresse nelle menti e nei cuori degli appassionati. Talvolta esistono opere che riescono a segnare indelebilmente una generazione. Più difficile è, invece, trovare degli attori o delle saghe in grado di superare il gap generazionale e di divenire oggetti di culto per diverse generazioni.
Esiste, però, una coppia di attori le cui pellicole hanno accompagnato diverse generazioni continuando a divertire e a divenire oggetti di culto per le nuove. Non credo ci sia bisogno di ulteriori presentazioni, stiamo parlando dei mitici Bud Spencer e Terence Hill, e sono loro i protagonisti del nuovo appuntamento con Le Monografie.
Nomi d’arte rispettivamente di Carlo Pedersoli e Mario Girotti, Bud e Terence sono diventati, a partire dagli anni ’60, delle icone del cinema italiano, recitando in pellicole campioni d’incassi che hanno fatto scuola nel mondo generando una miriade di tentativi di imitazione che non sono mai riusciti ad eguagliare il brio dei capostipiti. Carlo, venuto purtroppo a mancare nel Giugno del 2016, nacque a Napoli nel 1929 ed è stato, oltre che attore, anche nuotatore e pallanuotista mentre Mario, nato a Venezia nel 1939, esordì davanti la macchina da presa a soli 12 anni con un piccolo ruolo nel film “Vacanze col Gangster” diretto da Dino Risi.
Prima del sodalizio che portò entrambi alla fama internazionale, sia Carlo che Mario ebbero diverse esperienze cinematografiche. Carlo prese parte a diverse pellicole pur non venendo talvolta accreditato, possiamo citare tra queste il kolossal storico “Quo Vadis”; Mario, invece, vantava già negli anni ’50 un buon curriculum come interprete di diverse pellicole. Pur non appartenendo a questo periodo è importante citare la sua partecipazione, nel ruolo del conte Cavriaghi, al film del ’63 “Il Gattopardo”, diretto da Luchino Visconti.
Il primo film in cui è possibile vedere recitare entrambi i futuri divi è “Annibale”, datato 1959, in cui però i due attori appaiono in scene separate. Bisognerà aspettare altri 8 anni per vedere comparire i nomi Bud Spencer e Terence Hill sul grande schermo, oltre che, ovviamente, per ammirare le mitiche scazzottate, diventate poi il marchio di fabbrica della loro cinematografia; la pellicola in questione è il western “Dio perdona… io no!” di Giuseppe Colizzi. Curioso è l’aneddoto che ha portato alla formazione della coppia cinematografica di Bud&Terence; a dover interpretare il personaggio di Cat accanto a Bud Spencer doveva essere, infatti, Peter Martell ma l’attore, a seguito di un litigio con la fidanzata, si ruppe un piede e fu costretto ad abbandonare il set. Allora il produttore del film fece il nome del giovane veneziano Mario Girotti al regista e la parte andò a questi dando inizio così ad uno dei sodalizi cinematografici più riusciti di sempre.
La scelta dei nomi d’arte ha, anch’essa, una storia particolare. La produzione chiese ai due interpreti di scegliere dei nomi più adatti ad un film di caratura internazionale e così Carlo scelse Bud Spencer in onore alla birra che in quel momento stava bevendo, ossia una Bud, e al suo attore preferito: Spencer Tracy. Mario invece scelse Terence Hill tra una lista di venti nomi che gli era stata presentata il giorno precedente. Pare, inoltre, che la sua scelta sia stata orientata dall’amore che l’attore nutriva per le opere del commediografo latino Terenzio.
“Dio perdona… io no!” è stata la prima delle 16 pellicole in cui i due miti hanno partecipato in veste di protagonisti. Oltre a questi e al già citato “Annibale” i due hanno recitato insieme anche ne “Il corsaro nero”, del 1971, non riconducibile al filone principale in quanto in quest’opera il protagonista assoluto è Hill, mentre Bud Spencer veste i panni dell’antagonista. I film del filone principale hanno come caratteristiche fondamentali quelle di essere delle commedie d’azione, seppur declinate a seconda dei casi verso generi diversi, in cui i combattimenti, quasi sempre a mano nuda, assumono una notevole carica di buffoneria che riesce a rendere ogni situazione, anche le più violente, come avvolte da un atmosfera comica e ridanciana, rendendo a tutti gli effetti le pellicole delle opere per tutta la famiglia.
I successivi due, “I quattro dell’Ave Maria” e “La collina degli stivali”, sono diretti dallo stesso Colizzi ma a regalarci quello che è, forse, il loro film più famoso è il regista E.B. Clucher che, nel 1970, dirige “Lo chiamavano Trinità…”. Questo film, insieme al sequel dell’anno successivo, “… continuavano a chiamarlo Trinità”, è un classico del cinema italiano, connubio perfetto di avventura e comicità, perfetta sinergia tra la commedia e il western. Le due pellicole in questione, che raccontano le avventure di Trinità (Hill) e Bambino (Spencer), hanno rinnovato il genere spaghetti western facendo nascere un sottogenere parodistico dello stesso, definito in taluni casi come fagioli western. Entrambe le pellicole si sono rivelate, inoltre, un enorme successo di pubblico, sia per quanto riguarda il Box Office, sia per quanto riguarda le successive messe in onda televisive.
I successivi “…più forte ragazzi!” e “…altrimenti ci arrabbiamo!”, rispettivamente diretti da Colizzi e Fondato, trasportano le caratteristiche dei film precedenti, fino ad allora utilizzate solo nell’ambientazione del vecchio West, alla modernità. Il pubblico premia la scelta ed entrambe le pellicole ottengono un notevole successo. In particolare nel film di Fondato, campione d’incassi in Italia nella stagione ‘73/’74, è presente una delle più celebri scazzottate della coppia, accompagnata da una colonna musicale indimenticabile per gli amanti del genere.
Tutti film successivi declinano le caratteristiche vincenti delle opere precedenti a seconda delle situazioni; ne “I due superpiedi quasi piatti” di E.B. Clucher, per citarne uno, i due si ritrovano, dopo una serie di vicissitudini, ad essere due sbirri in una soleggiata Miami. Degni di nota sono anche “Io sto con gli ippopotami”, diretto da Italo Zingarelli, che porta Bud&Terence tra animali e ceffi senza scrupoli nell’incontaminato paesaggio dell’Africa, e i vari diretti da Corbucci: “Pari e dispari”, “Chi trova un amico trova un tesoro” e “Miami Supercops”. Quest’ultimo, datato 1985, che riporta i nostri beniamini nei panni di due simpatici piedipiatti, rappresenta il penultimo film della coppia nonché la fine di un ciclo in quanto il successivo “Botte di Natale” verrà girato solo 9 anni dopo.
Prima di arrivare a parlare dell’ultimo film della mitica coppia non possiamo, però, non citare i divertentissimi “Nati con la camicia” e “Non c’è due senza quattro”, diretti entrambi da E.B. Clucher. Nel secondo dei due sopracitati, viene messa scena l’esilarante gioco delle parti dei Cugini Coimbra de la Coronilla e dei loro sosia Elliot e Greg. Tramite un escamotage vediamo così sullo schermo in diverse inquadrature due Bud Spencer e due Terence Hill con un risultato non da poco considerata l’epoca, per un film estremamente divertente e riuscito.
In ultima istanza, prima di passare a “Botte di Natale”, è opportuno dire che entrambi gli attori hanno partecipato a diverse pellicole senza la presenza della controparte, con risultati, sia in termini di riuscita che in quelli di vicinanza stilistica, talvolta vicini a quelli dei film della coppia talvolta più distanti. Tra le pellicole interpretate dal solo Bud Spencer va citata assolutamente la bellissima saga dedicata a “Piedone lo sbirro”, iniziata con l’omonimo film e proseguita con altre tre pellicole, tutte dirette da Steno. Diversi sono, comunque, i film di successo dell’attore napoletano, tra i più noti, ma non sono gli unici, vale la pena ricordare “Lo chiamavano Buldozer”, “Bomber”, il cult “Banana Joe” e la commedia fantascientifica “Uno sceriffo extraterrestre… poco extra e molto terrestre”. Per quanto riguarda la filmografia di Terence Hill vale la pena citare, almeno, “…e poi lo chiamarono il Magnifico” del solito E.B. Clucher, “Poliziotto superpiù” e i più recenti “Renegade – Un osso troppo duro”, in cui l’attore recita al fianco del figlo Ross, che purtroppo verrà a mancare nel 1990, e “Lucky Luke”, che darà il via all’omonima serie televisiva.
Il 1994 è la volta di “Botte di Natale”, diretto dallo stesso Hill, nato come ideale seguito della saga di Trinità, anche se i personaggi hanno nomi diversi, non ebbe molto successo in Italia. Sorte simile toccò al seguito ufficiale della saga, ossia a “Trinità & Bambino… e adesso tocca a noi!”, diretto dallo stesso E.B.Clucher dei due cult degli anni ‘70 ma penalizzato dall’assenza dei due miti.
Ad accrescere la simpatia verso i due attori c’è la dichiarazione degli stessi Bud Spencer e Terence Hill di essere l’unica coppia cinematografica a non aver mai litigato. I due infatti sono sempre rimasti grandissimi amici. Nel 2010 hanno ricevuto entrambi un meritato riconoscimento, ossia il David Di Donatello alla carriera.
Nonostante non siano più apparsi nello stesso film, dopo “Botte di Natale”, Bud e Terence hanno saputo reinventarsi. Il primo ha recitato nel film d’autore “Cantando dietro i Paraventi” di Ermanno Olmi mentre il secondo ha dato vita ad uno dei personaggi più amati del panorama televisivo italiano, il parroco Don Matteo, protagonista dell’omonima serie televisiva, costantemente ai vertici delle fiction più seguite del Bel Paese. Oltre a “Don Matteo”, prima produzione in assoluto in cui l’attore veneto non viene doppiato ma usa la sua voce, Terence è, nel 2011, protagonista anche di un’altra serie: “A un passo dal cielo”, in cui veste i panni di una guardia forestale.
Purtroppo a Giugno del 2016 Bud Spencer è venuto a mancare e durante i suoi funerali lo stesso Terence Hill apparve molto commosso e addolorato. La scomparsa di Bud lascia un vuoto nel cuore di tutti gli amanti della settima arte che non possono non ricordarlo come un pezzo fondamentale della storia del cinema.
La cinematografia della leggendaria coppia Bud Spencer & Terence Hill resta, nonostante il passare del tempo, un evergreen intramontabile. Una serie di indimenticabili film che, siamo certi, resteranno impressi indelebilmente negli annali del cinema.
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