Le Strade del Male è disponibile su Netflix. Scritto e diretto da Antonio Campos, il film conta nel cast Tom Holland e Robert Pattinson. Questa la recensione.
Trama. Partendo dal 1945, e muovendosi lungo la linea temporale per un ventennio, Le Strade del Male racconta la vita e le vicissitudini di Willard Russell (Bill Skarsgård) e di suo figlio Arvin (Tom Holland), e di come quest’ultimo sia figlio delle scelte e degli insegnamenti del padre. A fare da contorno alle vicende, ci sono le storie di Carl e Sandy Henderson e del fratello di lei, lo sceriffo Lee Bodecker. I tre sono interpretati, rispettivamente, da Jason Clarke, Riley Keough e da un appesantito Sebastian Stan.
Le Strade del Male è un film duro che racconta le storie che ruotano attorno a due cittadine sperdute fra Ohio e Virginia. Antonio Campos dirige senza fronzoli, e con una visione abbastanza fedele, questo dramma ispirato al romanzo di Donald Ray Pollock, ricalcando uno stile narrativo già visto in altre pellicole del genere, riuscendo però allo stesso tempo a distinguersi dalla massa. Quello che ne scaturisce è uno spaccato pressoché perfetto del lato oscuro degli Stati Uniti. Vizi e ben poche virtù degli americani vengono messi a nudo. Una società fatta di menzogne, di falsi dei, di prepotenza e di follia omicida scaturita dal più accecato e malsano fanatismo religioso.
Nonostante i tanti i richiami ad autori più noti, ciò che più resta del film è quell’angoscia e quel senso di impotenza che si poteva percepire alla fine di American Pastoral. Scomodo fino all’osso, Le Strade del Male, celebra il disfattismo e la decadenza di uno stile di vita corrotto andando ad aprire e chiudere un cerchio dalla Seconda Guerra Mondiale alla guerra del Vietnam.
Benissimo gli attori. Se da un lato c’è l’abitudine nel vedere Bill Skarsgård in un ruolo inquietante, dall’altra parte ritrovarsi Holland, Patterson e Stan con indosso tali abiti risulta non facile da digerire.
Il ritmo volutamente rallentato, quasi a spezzare quel continuo susseguirsi di tragedie, dona al film un sottile senso di speranza anche se la voce fuori campo porta spesso a pensare che la speranza non abiti da quelle parti (nella versione originale è dell’autore del libro).
La fotografia di Lol Crawley (The OA, Black Mirrror) sottolinea ancora di più questo senso di impotenza che i protagonisti si trovano a vivere.
In definitiva Le Strade del Male riporta sullo schermo quel verismo caro a Verga nel suo I Malavoglia per cui nessuno può sfuggire al fato ed al destino a cui è destinato, nonostante ciò che si tenti di fare.
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